Notizie

Autonoleggio: Hertz in bancarotta

Il coronavirus non fa sconti a nessuno: il colosso statunitense dell’autonoleggio Hertz venerdì sera ha annunciato la bancarotta ricorrendo al “Chapter 11”, la legge Usa che protegge dai creditori. La manovra riguarda le divisioni statunitense e canadese: rimangono quindi fuori, almeno per ora, le divisioni di Europa, Australia e Nuova Zelanda.

Hertz è stata fondata nel 1918 a Chicago, da Walter Jacobs, ex rivenditore della Ford. Negli anni ’20 non si chiamava ancora Hertz, ma Rent-a-Car, e aveva una flotta di una dozzina di Model T.

Il nome con cui ha ottenuto successo, però, arriva da John Hertz, che l’ha acquistata nel 1923. Oggi la società, che ha oltre 12.000 sedi, circa 700.000 vetture e 40.000 dipendenti in tutto il mondo, è controllata da Carl Icahn, nome conosciuto nell’automotive americano anche per le catene Pep Boys e Precision Auto Care e per essere stato il proprietario di Federal Mogul, poi ceduta a Tenneco.

La bancarotta della Hertz, tuttavia, non è dovuta interamente alla pandemia, anzi: secondo gli analisti finanziari alcune scelte di business sono state sbagliate (l’acquisizione di Thrifty e Dollar, per cominciare), e lo scandalo dei conti truccati del 2016 sicuramente non ha aiutato. Anche nuovi i modelli di business come Uber hanno fatto la loro parte.

Alla fine del 2019 i debiti erano di 19 miliardi di dollari. Il coronavirus, paralizzando viaggi e trasporti, ha dato il colpo di grazia a questa situazione: l’azienda ha provato a vendere auto e licenziare dipendenti, ma ormai la situazione era evidentemente troppo compromessa. Ora l’unica speranza è la ristrutturazione grazie al Chapter 11.

Naturalmente, la Hertz in bancarotta preoccupa fortemente l’intero settore automotive, a cominciare da General Motors e Fca, i 2 più importanti fornitori dell’azienda.

© riproduzione riservata
made by nodopiano