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Sicur Tyres Group e il Polo di Rovereto: intervista a Umberto Prato

È di fine anno 2019 la notizia che, nello stabilimento Marangoni di Rovereto, sarebbe nato il Polo Tecnologico “Industria della Gomma”. Questo progetto, nato da un’idea di Vittorio Marangoni, ha ricevuto il via libera dalla Giunta Provinciale Trentina con il coordinamento da parte di Trentino Sviluppo, la società di sistema provinciale, proprietaria dell’immobile, che lavorerà per creare sinergie tra le singole aziende e tra queste e il territorio, generando indotto economico e nuova occupazione.

Oltre alla stessa Marangoni Spa e alla new.co Aiken insediatesi nell’estate 2019, arriveranno nei prossimi mesi altre due aziende, il produttore di pneumatici kart LeCont e Sicur Tyres Group, azienda che si occupa della vendita e assistenza di pneumatici e articoli tecnici in gomma, con 4 sedi in tutto il territorio altoatesino. Abbiamo parlato con Umberto Prato, amministratore dell’azienda, che ci ha raccontato in cosa consiste e come è nata l’idea, a che punto è il progetto e quali sono i prossimi passi in programma.

Chi è STG?

Sicur Tyres Group nasce nel 2004 dalla fusione delle cinque società storiche del Gruppo Prato: Meranese Gomme, Pneus Brixen, Pneus Bruneck, Centro Gomme Bolzano e Centro Nastri Bolzano. STG ha sede in via Enrico Fermi n. 8, a Bolzano, e si occupa di vendita di pneumatici vettura, moto, autocarro, industriali in genere, agricoli e anche di nastri trasportatori. Oggi, in tutti i segmenti in cui è presente, STG si occupa di retail, ovvero, fornisce consulenza oltre alla vendita dei prodotti e dei servizi tecnici all’utilizzatore finale.  

Quali sono i valori principali dell’azienda?

Crediamo molto nel servizio e nella qualità. STG è una delle pochissime aziende del settore pneumatici in Italia ad essere certificata BS OHSAS 18001.2007 per la gestione della salute e della sicurezza, oltre alla ISO 9001.2015 per la gestione della qualità e ISO 14001.2015 per la gestione ambientale. L’azienda ha inoltre adottato ed inserito l’Organo di Vigilanza esterno, in conformità e come previsto dal D.Lgs. 231/2001, per una corretta verificazione, applicazione ed aggiornamento dei modelli di organizzazione, gestione e controllo.

Abbiamo strutture di magazzino organizzate in grado di ospitare 10-12.000 pneumatici autocarro e fino a 30.000 pneumatici vettura, gestiamo il deposito di pneumatici e carcasse nostre e dei clienti, disponiamo di un centro di formazione interno, presso la nostra sede di Bolzano che si sviluppa su 6 piani da 1.100 metri quadrati cadauno.

Personalmente, dichiara Prato, non credo molto nell’allargamento dell’attività verso la meccanica, io sono un gommista e voglio fornire servizi tecnici, consulenza oltre che vendere pneumatici ed accessori al consumatore finale, sia privato ma, soprattutto, azienda.

Come è composto il fatturato di STG e quante persone lavorano in azienda?

Fatto 100 il fatturato, il 70% è dato dalla vendita nel settore industriale comprendente l’agricolo, il genio civile e il carrello, il 25% nel settore vettura e il restante 5% nelle attività diversificate quali i nastri trasportatori ed accessori.

Nella sede di Bolzano lavorano 15 persone nel punto vendita e 8 nella direzione, mentre nei singoli Punti di vendita operano 7-8 persone, per un totale di 45 collaboratori con metodi e processi di lavoro standardizzati e omogenei.

Che cosa significa ricostruzione per STG?

L’azienda, sin dalla sua fondazione, è legata alla ricostruzione: mio padre ha iniziato la sua attività, negli anni ‘60, come raccoglitore di carcasse. La ricostruzione dei pneumatici è per me un valore, un’attività che porta molteplici benefici e vantaggi sotto molti aspetti. Io lavoro con il concetto dello sviluppo della ricostruzione fin dalla prima vendita, consigliando pneumatici di qualità in funzione dell’utilizzo del cliente, proponendo da subito i vantaggi della ricostruibilità della carcassa, le due cose vanno quindi di pari passo.

Dal punto di vista del risparmio, un prodotto ricostruito di qualità costa poco più della metà del pneumatico nuovo, e può avere la stessa durata. È, quindi, evidente che il cliente ottiene un grande vantaggio economico, per non parlare del discorso ambientale. Oggi produciamo montagne di PFU: utilizzare 2, 3 o anche 4 volte lo stesso pneumatico porta a dei vantaggi ambientali enormi, che oggi dobbiamo iniziare a valutare e sfruttare.

Cosa intende fare STG all’interno del Polo Tecnologico di Rovereto? Come è nato il progetto?

STG, nel settore autocarro, vende più pneumatici ricoperti che nuovi: per 100 pneumatici nuovi, vendiamo 110 ricoperti, su un totale di quasi 20.000 pneumatici autocarro all’anno. Credo che questo sia uno dei pochi casi in Europa dove le vendite dei pneumatici ricoperti superano quelle dei nuovi. Ad oggi, il lavoro di ricostruzione è realizzato da terzi e, in una situazione come la nostra, è evidente che, se si vuole guardare avanti, volendo dare un futuro alla propria azienda, una buona scelta può essere quella di internalizzare il processo di ricostruzione. Da questo pensiero è partito tutto il progetto, che abbiamo tentato di sviluppare prima come Rete d’Impresa, ma che poi si è evoluto con il supporto di Trentino Sviluppo.

Può spiegarsi meglio?

A Rovereto abbiamo trovato le condizioni favorevoli per il nostro insediamento. È necessario fare un grande elogio alla provincia di Trento e alla società di sistema provinciale Trentino Sviluppo, che ha messo a disposizione un’equipe di lavoro per supportare lo studio e poi realizzare un progetto che renderà possibile, nel rispetto dei rispettivi business e della autonomia di ciascuna azienda, la possibile condivisione delle competenze, la complementarietà delle attività e la reciproca valorizzazione di nuove idee imprenditoriali connesse allo sviluppo nell’ambito del settore gomma. In questo anno e mezzo di lavoro comune, ho constatato che Trentino Sviluppo è effettivamente vicina ad aziende che vogliono investire in Trentino, mettendo a disposizione una struttura dedicata, servizi di qualità con un supporto continuativo alle attività e per supportare nelle difficoltà che possono palesarsi, oltre a sostenere al meglio le aziende già presenti nel territorio.

A che punto siamo con questo progetto?

Volevamo chiudere l’accordo entro fine 2019 e così abbiamo fatto. Ora, il prossimo obiettivo è concludere l’installazione dell’impianto per settembre 2020. Sarà un impianto di ricostruzione a freddo, che ci sembra quello più vicino alle esigenze del nostro mercato. Stiamo realizzando un impianto da poter far vedere all’utilizzatore finale e ai nostri partner, per sostenere il rilancio della ricostruzione: oltre ai macchinari di ultima generazione, avremo un vero e proprio atelier di presentazione della ricostruzione. L’idea è quella di creare un’attività concreta di promozione del ricoperto, che dia nuova linfa a questo settore, troppo spesso ingiustamente accusato di realizzare prodotti di scarsa qualità. 

E i prossimi passi?

Puntiamo a realizzare i primi pneumatici entro fine 2020, per ottenere la certificazioni ECE ed essere pienamente operativi da inizio 2021, anno in cui intendiamo riprendere ed allargare il concetto di Rete di Imprese. Una volta che l’impianto sarà operativo sono convinto che il servizio di ricostruzione interno, messo a disposizione ai membri della rete stessa, insieme all’accademia di formazione, possano unire realtà competitive che condividano un concetto di retail, in cui la vicinanza al cliente per il servizio, prodotti di qualità e seconda vita siano i mantra dell’offerta.

Una volta che l’impianto sarà operativo, che struttura avrà?

Occuperemo circa 4.500 metri quadrati tra produzione e uffici. I macchinari saranno nuovi, di ultima generazione e automatizzati e, anche per questo motivo, impiegheremo inizialmente 8-10 persone, mentre a regime riteniamo che potranno essere 15. Ovviamente, STG occuperà una piccola parte dello stabilimento Marangoni, che è di 39.000 metri quadrati coperti su un’area di 108.000 metri quadrati totali.

Che prodotti utilizzerà nello stabilimento?

Abbiamo deciso di creare il nostro impianto per essere liberi di utilizzare i prodotti di qualità che crediamo più efficaci, per ogni singolo cliente e partner, a seconda dell’utilizzo che farà dei pneumatici.

Sarete “vicini di casa” di Marangoni, ma non farete ricostruire a loro i pneumatici. Come mai?

Perché vogliamo essere indipendenti, ed è per questo che stiamo procedendo a questo importante investimento. Nel nostro portafoglio prodotti ci saranno più marchi sui vari brand, perché vogliamo creare un network della ricostruzione, senza condizionamenti. Vogliamo la nostra libertà operativa e strategica, insomma.

Ci saranno delle possibili sinergie con Marangoni, oppure si tratterà solo di una condivisione di spazi?

STG, oltre alla ricostruzione dei pneumatici, si occuperà anche della produzione di articoli tecnici in gomma, la cui produzione è oggi realizzata esternamente. Marangoni ha una capacità di sviluppo di mescole tecniche di grande qualità. In questo campo, in particolare per i prodotti dedicati alla cava nell’ambito del settore dei nastri trasportatori, potrebbe essere molto interessante sviluppare una sinergia. Un altro progetto dove vedo possibili sinergie è quello del materiale di recupero della ricostruzione, su cui Marangoni sta già lavorando. Ovviamente, questi possibili sviluppi, dipenderanno anche dalla volontà degli imprenditori in campo.

Questo accordo consente di dare maggiore sostenibilità alle attività e ai progetti del gruppo Marangoni. Cosa ne pensa dei suoi nuovi vicini di casa?

Marangoni è stato ed è ancora un grande costruttore di attrezzature, di mescole, di processi della costruzione e ricostruzione dei pneumatici vettura, autocarro, carrello, e movimento terra e ancora altro, di innovazioni nel settore gomma che penso siano destinate a rimanere nella storia dell’industria della gomma. Il mercato in rapido cambiamento ha probabilmente colto l’azienda impreparata, cosa che ha portato ed obbligato a questa importante riorganizzazione che è in corso. La mia impressione è che Marangoni con questo progetto di sharing economy stia cercando di ritrovare un proprio equilibrio, favorendo il concetto di un polo tecnologico della gomma, composto da aziende con logiche e strategie diverse, ma che possono potenzialmente sviluppare progetti comuni. Penso sia un’idea di grande valore, al passo con i tempi e che ha ottime prospettive di sviluppo in generale. D’altronde, penso che, Rovereto, sia stata la culla della ricostruzione, ricordiamo inoltre che l’Italia rappresenta ancora oggi un eccellenza nella produzione di macchinari ed impianti, e che una buona parte del merito lo possiamo attribuire a Marangoni. Rovereto quindi, potrà rappresentare, in quanto Polo Tecnologico dell’industria della Gomma, una capitale culturale oltre che di business e per questo deve essere tutelata.

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