L’Espresso: Michelin tra le aziende che hanno firmato accordi segreti con l’Italia per pagare meno tasse

Questa settimana l’Espresso ha pubblicato un articolo che parla degli accordi segreti firmati dall’Italia con alcune multinazionali, 68 per la precisione, inserendo tra i nomi citati anche quello di Michelin. Questi accordi dovrebbero, in teoria, permettere allo Stato di sapere in anticipo quanto incasserà di tasse, mentre l’azienda evita controlli a sorpresa. Nella realtà, tuttavia, il tax ruling, secondo il magazine, permette di eludere il fisco, perché dà la possibilità di spostare i proventi nei paesi in cui le tasse sono più basse. Emblematico il caso Apple, che è stata costretta a pagare 13 miliardi di euro di tasse non versate dopo l’indagine condotta dalla Commissione Europea sui tax ruling definiti dal Lussemburgo.

Michelin, come la multinazionale del tabacco Philip Morris, ha stretto un accordo con l’Italia in cui è cruciale la definizione del prezzo di acquisto dei prodotti dalle altre società del gruppo. L’accordo, che in realtà è l’estensione di uno precedente, è stato firmato il 18 dicembre 2015 e sarà valido fino alla stessa data del 2019. L’Espresso afferma che nel bilancio si legge che questo accordo riguarda “la determinazione dei prezzi di trasferimento” tra Michelin Italiana e “le principali società dell’Europa dell’Ovest appartenenti al Gruppo”. Il punto fondamentale è proprio questo: se Michelin Italia acquista un pneumatico a 100 euro e lo rivende a 120 euro, dovrà pagare le tasse su 20 euro di guadagno lordo. Ma se lo acquista a 119, Michelin dovrà calcolare le imposte solo su quell’euro di guadagno lordo. Con un accordo, quindi, Michelin e l’Italia decidono qual è il prezzo di acquisto dei prodotti, e quindi quante sono le imposte che l’azienda pagherà all’Italia.

L’Espresso riporta che nel 2015 Michelin ha pagato al fisco 24,8 milioni di euro e negli ultimi anni la cifra è stata molto simile. Ed è simile, anche, la cifra che Michelin Italiana trasferisce all’estero per l’acquisto di materiale: circa un miliardo di euro all’anno. Secondo l’Espresso, i soldi finiscono, in maggioranza, alle consociate basate in Inghilterra, Francia, Polonia e Singapore, facendo assomigliare Michelin Italiana più ad una società di distribuzione che ad un’azienda con oltre quattromila dipendenti e quattro stabilimenti.

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