La responsabilità del gommista, un campo minato spesso trascurato

Del prodotto pneumatico risponde la Casa produttrice, ma del montaggio o – ancor più – della riparazione risponde il gommista o il professionista che ha svolto il lavoro. Civilmente e, se è il caso, anche penalmente. Tutto questo sembra ovvio, ma nella realtà di tutti i giorni, spesso gli operatori non ci pensano e si assumono, magari inconsapevolmente, dei rischi che possono portare conseguenze davvero importanti. A sottolinearlo è Piero Pasqualetto, professionista noto nel settore, che oggi è anche uno dei tre periti del Tribunale, che in tutta Italia vengono convocati quando ci sono processi o indagini su incidenti che coinvolgono i pneumatici. Il suo è quindi un osservatorio reale, che si basa su considerazioni e statistiche di casi reali.

“Le riparazioni, in particolare, sono un terreno molto complesso e rischioso per il gommista, che se solo ha un minimo dubbio, dovrebbe fare a meno di mettere le mani sul pneumatico”, ha affermato Piero Pasqualetto in occasione di un corso organizzato la settimana scorsa da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. Il consiglio di Pasqualetto è di fare molta attenzione e, soprattutto, dei corsi di formazione, che spesso vengono organizzati dalle aziende che producono attrezzature. Ci sono infatti molti casi limite o mescole subdole che non evidenziano lo shock termico subito dalla gomma, inducendo l’operatore a fare delle riparazioni che diventano pericolose.

“La responsabilità civile sulla riparazione dura due anni da quando viene fatta”, spiega Pasqualetto, “ma quella penale segue un’altra strada ed è soggetta alla decisione del magistrato, che può stabilire un termine di tempo anche superiore ai due anni”.

Prudenza è dunque la parola d’ordine, sia nel caso del montaggio che deve essere a regola d’arte e con prodotti conformi, sia – soprattutto – nel caso delle riparazioni, che non devono mai coinvolgere fianco e tallone del pneumatico e che possono essere eseguite solo ed esclusivamente dopo un dettagliato controllo oggettivo della gomma. Nel dubbio, meglio lasciar perdere, per evitare, prima di tutto incidenti pericolosi, ma anche di dover pagare in prima persona – anche penalmente – per un’operazione fatta con troppa superficialità.

 

 

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