CambioPulito: 122 segnalazioni raccolte e 80 aziende interessate. Le rotte e i flussi dei traffici illegali

7 giorni dal via libera in seconda lettura al Senato al Ddl che dovrebbe disciplinare in maniera più organica lo strumento del whistleblowing in Italia, la piattaforma CambioPulito, che ne rappresenta il primo esempio che coinvolge un’intera filiera di aziende private presenta il 1° Report di attività.

122 segnalazioni registrate, quasi una al giorno80 aziende segnalate, di cui 50 con specifica documentazione e 14 operatori commerciali attivi principalmente online, oggetto di 34 segnalazioni, cui sono associate, con descrizioni e documentazioni precise e circostanziate, pratiche illegali di evasione dell’IVA all’acquisto di pneumatici o mancato versamento del contributo ambientale per la gestione dei PFU. Elementi che hanno già consentito di inoltrare diverse delle segnalazioni raccolte al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, per i necessari approfondimenti sulle diverse cause che portano alla generazione illegale di PFU.

“I risultati raggiunti in questi primi cinque mesi di gestione della piattaforma CambioPulito dimostrano l’efficacia del sistema di whistleblowing condiviso da tutte le realtà che hanno deciso di costituire l’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU, ha dichiarato Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio; un’assunzione di responsabilità, fatta su base volontaria, che costituisce un contributo prezioso in una situazione difficile, anche davanti ai ritardi di chi dovrebbe assicurare risposte istituzionali”.

Attraverso CambioPulito, promossa dall’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU, una filiera di oltre 50.000 aziende in Italia sta dando un segnale chiaro e deciso contro l’illegalità (oggi l’accesso è riservato agli operatori del settore servizi dai consorzi e dalle associazioni di categoria partner), che genera ogni anno 30-40mila tonnellate di PFU che non esistono per il fisco e sono fuori dal target fissato dalla legge per il sistema nazionale di gestione, finanziato dai cittadini e dalle vendite regolari. Un messaggio chiaro, che ha permesso di mettere a fuoco meccanismi rodati di introduzione irregolare in Italia di pneumatici destinati alla vendita irregolare.

Come detto, gran parte di tali flussi avvengono tramite vendite online, prevalentemente da società e siti web registrati all’estero (soprattutto GermaniaUSABelgio) che introducono pneumatici poi destinati alla vendita su tutto il territorio nazionale con una dinamica che poi si salda con successive vendite in nero. Il circuito B2B (business to business), cioè tra imprese e intermediari, è responsabile della maggior parte di questi flussi: attraverso sistemi di triangolazione tra produttori e intermediari esteri, alcuni operatori commerciali esteri sistematicamente evadono IVA e contributo e attuano una concorrenza sleale verso le aziende in regola, rispetto alle quali sono in grado di proporre pneumatici con prezzi inferiori di circa il 20%.

La geografia di tal dinamiche interessa un po’ tutta Italia: dal Nord d’Italia e in particolare dal Veneto, avviene l’ingresso di grandi quantità di pneumatici con evasione dell’Iva e del contributo ambientale; un territorio che funge da snodo logistico con una forte concentrazione nelle province di VeronaTreviso e Vicenza.

Oggetto di numerose segnalazioni anche le province di Novara e Torino in Piemonte, ComoBergamo e Cremona in Lombardia. Una volta entrate nel nostro territorio, le gomme trovano facili canali di commercializzazione soprattutto al Sud, toccando numerose regioni: la Campania(province di Napoli e Caserta le più colpite), la Puglia (le aree industriali di Foggia e Bari e la provincia di Brindisi), la Sicilia (nel catanese), la Calabria (Cosenza e Catanzaro), la Basilicata (zona industriale di Potenza).

Gli operatori corretti sono stanchi di tutto ciò e lo manifestano su CambioPulito attraverso descrizioni puntuali, dando indicazioni su persone,episodi concreti, inviando a sostegno immagini di documenti di vendita irregolari (senza Iva e senza contributo) e portando all’attenzioneannunci di vendita online (in particolare sui social network) a prezzi stracciati.

Ogni singola informazione registrata sulla piattaforma viene passata al vaglio da Legambiente, che la gestisce, attraverso fasi su successive di “presa in carico”, “valutazione”, “decisione”, con possibili richieste di informazioni integrative o chiarimenti al segnalante (sempre tramite la piattaforma online e in forma anonima) per poi arrivare ad una condivisione con i membri dell’Osservatorio.

Il passaggio successivo non può che riguardare l’informazione, su alcune segnalazioni di particolare gravità e rilevanzaalle Forze dell’Ordine: delle 43 segnalazioni attualmente in fase di follow-up, cioè che hanno concluso la fase di valutazione interna, una parte è stata inoltrata, per gli eventuali sviluppi investigativi, al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri.

Tutto ciò mentre siamo alla vigilia di una nuova emergenza sul fronte della gestione dei PFU, come detto, a causa delle quantità eccedenti i target dei consorzi; tali quantità si stanno già accumulando presso gli operatori del mercato del ricambio, dove rischiano di restare fino al nuovo anno, quando i consorzi, che a breve avranno raggiunto il totale dei quantitativi da raccogliere e recuperare nel 2017, così come finanziato alle vendite regolari, avranno nuove risorse su cui riavviare la raccolta con un nuovo target da raggiungere. Una situazione critica che si ripete ormai ad ogni fine d’anno, proprio perché il sistema di gestione, i consorzi, non hanno strumenti per distinguere tra PFU provenienti da vendita regolari oppure no e i flussi illegali che introducono pneumatici nuovi sono floridi e consolidati.

Per questo, tra i temi più urgenti su cui l’Osservatorio sta lavorando in parallelo è quello della tracciabilità dei pneumatici. In particolare, a seguito dei sondaggi preliminari sviluppati da Confartigianato, l’Osservatorio ha deciso di dotarsi di uno strumento di tracciabilità della generazione di PFU, utile alle imprese e alla corretta gestione del sistema. Un ulteriore passo in avanti, dopo lo sviluppo della piattaforma di whistleblowing, in quell’assunzione di responsabilità condivisa che caratterizza i lavori dell’Osservatorio stesso.

Le dichiarazioni dei partner

Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente
I risultati presentati oggi con questo primo report, realizzato da CambioPulito di cui Legambiente fa parte, dimostrano che si sta andando nella giusta direzione abbattendo passo dopo passo e, grazie alla sinergia tra i principali attori della filiera, quel muro di silenzio che spesso si viene a creare e contrastando in maniera concreta la vendita in nero di pneumatici nuovi e il ciclo illegale di PFU. Un mercato nero stimabile
ogni anno in circa 2-3 milioni di pneumatici e che causa enormi danni ambientali ed economici. Contrastare questo mercato significa aiutare allo stesso tempo quel sistema virtuoso nascente che trova nell’economia circolare una base di partenza importante, insieme ad un nuovo modello di gestione legale degli pneumatici fuori uso.

Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus
C’è solo la strada della legalità per dare piena attuazione ed efficacia al sistema nazionale di gestione dei PFU. Lo vediamo oggi dalla risposta alla proposta di CambioPulito da parte dei tanti operatori corretti che agiscono nella legalità.
Alla vigilia di una nuova chiusura di anno non senza criticità per la raccolta dei PFU, continuiamo a fare la nostra parte e con CambioPulito confermiamo un messaggio di collaborazione e impegno a tutti gli operatori che condividono questa visione.

Enrico Ambrogio, Presidente EcoTyre
Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto finora nell’ambito del progetto Cambio Pulito. Una soddisfazione condivisa dai nostri Soci, oltre 660 presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, che hanno compreso pienamente lo spirito dell’iniziativa e stanno operando insieme per combattere la commercializzazione in nero degli PFU, un fenomeno che genera un danno per l’ambiente, per le imprese e per l’erario pubblico. Un plauso anche da parte dei nostri Soci stranieri, che operano nel mercato online, i quali ritengono opportuno e utile definire nuove regole per combattere l’illegalità facendo in modo che il contributo ambientale sia pagato da tutti coloro che vendono sul web e che i nostri consorzi possano avviare al corretto trattamento anche questi PFU.

Roberto Bianco, Responsabile Relazioni Esterne Greentire
“Greentire, società di gestione dei PFU, sin dalla sua costituzione ha formalmente dichiarato tra i propri principi fondanti la volontà di tracciare efficacemente i flussi relativi agli PFU, contribuendo ad evitare l’illegalità e gli stoccaggi abusivi degli stessi, nonché di porsi al servizio della collettività e dei soci per comunicare, nelle sedi istituzionali e normative, le esperienze maturate e suggerite. La convinta adesione al Comitato per la legalità dei PFU è stata, quindi, del tutto naturale.
La congiunta volontà di tutti i partecipanti al Comitato di raggiungere risultati concreti, ha permesso infatti la nascita di CambioPulito; oggi, seppur a pochi mesi dall’avvio di questo progetto, riteniamo che i primi risultati presentati certifichino la bontà della strada intrapresa.
Siamo consapevoli che i traguardi che ci siamo posti siano ambiziosi, ma allo stesso tempo siamo convinti che per raggiungerli serviranno ulteriori iniziative; tuttavia lo spirito e la determinazione mostrati finora da tutti i membri del Comitato ci fa ben sperare per il futuro”.

Presidente di Confartigianato Autoriparazione, Alessandro Angelone
È strategico che sia data piena e urgente attuazione a tutti obiettivi dell’Accordo per la legalità ambientale e fiscale nella filiera degli pneumatici e PFU, al fine di garantire tutela, opportunità e sostegni concreti alle imprese associate che operano correttamente, che sono fortemente danneggiate da comportamenti illeciti e dalla concorrenza sleale del mercato irregolare e che devono poter contare su un sistema efficiente di raccolta degli pneumatici, senza incorrere nuovamente nel rischio di blocco del ritiro. In tal senso Confartigianato ha già messo in atto una procedura per garantire un meccanismo permanente di raccolta di PFU dedicato esclusivamente agli operatori che hanno acquistato gli pneumatici in modo regolare, sotto il profilo fiscale e del contributo ambientale.

Giuseppe Calì, CNA Portavoce Nazionale Gommisti
Noi rappresentiamo quelle imprese che pagano due volte il prezzo di questa situazione: con la concorrenza sleale da parte di chi opera al di fuori delle regole, che incide pesantemente sulla competitività delle nostre attività, e con le officine occupate dagli PFU non ritirati, esponendoci al rischio di pesanti sanzioni. Abbiamo aderito a CambioPulito, perché siamo fermamente convinti che l’illegalità annienta la parte sana dell’economia, ma noi siamo imprenditori e il nostro compito dovrebbe essere quello di lavorare con serietà e responsabilità, la lotta all’illegalità dovrebbe essere una prerogativa delle Istituzioni. Ci auguriamo che i dati diffusi oggi contribuiscano a sensibilizzare l’opinione pubblica e orientare le Istituzioni e le autorità competenti, ad adoperarsi per individuare le soluzioni percorribili. Se, infatti, la legalità rimane un obiettivo primario e imprescindibile, è fondamentale un ruolo più incisivo delle istituzioni competenti, Ministero dell’Ambiente e Organismi di controllo in primis, volto a garantire che il modello di gestione dei PFU possa superare le criticità riscontrate e rispondere in maniera più efficace all’obiettivo di tutela dell’ambiente.

Stefano Carloni, Presidente AIRP
Come imprenditori, abbiamo da sempre indirizzato l’attività della nostra associazione in difesa della concorrenza leale e dell’equità del mercato. CambioPulito rappresenta quindi per noi un’importante realizzazione e i primi risultati presentati ci confermano che stiamo andando nella direzione giusta.
Tuttavia, mentre il settore si è organizzato “dal basso” per cercare di arginare sacche di illegalità sempre più rischiose per l’intero sistema, è necessario che anche le Istituzioni inizino a prendere misure specifiche per debellare il malaffare. L’evasione dell’IVA è un fenomeno ampio e capillare nel nostro settore, per questo riteniamo che l’introduzione dello split payment obbligatorio per le transazioni elettroniche potrà eliminare l’evasione almeno dal campo del commercio online.

Guido Schiavon, Presidente Federpneus
Questo tavolo nasce con l’obiettivo di affrontare un problema nazionale, quale la cronica emergenza nel ritiro dei PFU, e lo ha fatto iniziando a lavorare per colpirne la causa principale: il commercio illecito di pneumatici. Siamo fiduciosi che con la collaborazione delle Forze dell’Ordine, CambioPulito arriverà, non oggi ma nel medio termine, a risolvere in buona parte questo problema. Bisogna però continuare a lavorare anche su altri fronti per prevenire ogni forma di illecito e favorire la massima trasparenza nell’intera filiera: strumenti quali lo “split payment” e la “Carta d’identità del pneumatico” possono senz’altro offrire un ulteriore, importante contributo in futuro.

 

Scarica il Dossier dettagliato con i primi 5 mesi di attività

 

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