Mercato

Dmack produrrà gomme rally in Marangoni?

Circolava ormai da una decina di giorni la notizia di un possibile accordo strategico tra Marangoni e un’azienda europea per produrre gomme da rally a Rovereto. Ora il mistero è svelato, perché, in occasione dell’incontro, che si è svolto tra azienda e sindacati, il 1° ottobre presso Confindustria, era presente Dick Cormack, fondatore nel 2009 del brand Dmack. Sarebbe dunque l’azienda inglese, che fornisce le gomme per il Campionato mondiale rally, ad avere addirittura – secondo quanto afferma la stampa locale – già aperto una NewCo in Italia, con lo scopo di utilizzare la linea di produzione di gomme nuove dello stabilimento trentino, che era stata installata, anche con i contributi provinciali, ma che non è mai stata utilizzata da Marangoni. Per Dmack, che ha sempre prodotto in stabilimenti cinesi, sarebbe infatti strategico poter fabbricare in Europa le gomme destinate alle competizioni. Da non trascurare anche il fatto che è recentemente fallito uno dei suoi fornitori cinesi, il gruppo Yongtai.

A fronte di questo ‘servizio’, completo di tecnologia e locali, Marangoni percepirebbe un corrispettivo, oltre ad avere l’opportunità di incrementare la vendita di mescole e le sinergie con Marangoni Meccanica per la produzione di stampi o l’appalto di servizi di ricerca e lavorazioni particolari. Per quanto riguarda invece la manodopera, pare che l’azienda inglese voglia trovare del personale specializzato, in grado di produrre piccoli quantitativi di pneumatici da gara ad altissime prestazioni. Si parla di 12 assunzioni, che potrebbero diventare, nell’arco di 5 anni, 40-45.

Per i tempi però bisognerà pazientare, perché la definizione dell’accordo pare impossibile prima del prossimo anno. I sindacati ascoltano con interesse, ma esprimono anche tutte le loro perplessità, legate soprattutto al fatto che lo stabilimento Marangoni, in virtù del lease-back di oltre 40 milioni di euro, non è di proprietà del Gruppo industriale ed è pertanto necessario coinvolgere nelle decisioni anche Trentino Sviluppo. Altra obiezione dei sindacati presenti all’incontro, nelle persone di Mario Cerutti (Cgil), Ivana Dal Forno (Cisl) e Antonio Mura dei Cobas, è che l’operazione non risolverebbe definitivamente i problemi dell’azienda, né apporterebbe un significativo vantaggio per l’occupazione locale.

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