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Prima giornata mondiale del trasporto sostenibile, il mercato della logistica “green” sfiorerà i 3 trilioni di dollari nel 2032 (+123% in 10 anni)

Il 26 novembre 2023 si celebra per la prima volta la Giornata Mondiale del Trasporto Sostenibile, una ricorrenza istituita proprio quest’anno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo dell’ONU è quello di potenziare la connettività del trasporto intermodale, promuovere il trasporto sostenibile e sviluppare un’infrastruttura di trasporto socialmente inclusiva.

Il tutto inserito nel programma di Agenda 2030 tra i suoi obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, con tutti gli Stati membri invitati a celebrare l’appuntamento mediante attività educative ed eventi mirati a migliorare la conoscenza del pubblico sulle questioni relative al trasporto sostenibile.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la ripresa a pieno regime del trasporto passeggeri e merci del 2022 a seguito della pandemia ha portato a un aumento del 3% delle emissioni di CO2 rispetto all’anno precedente. Le emissioni causate dal trasporto sono cresciute a un tasso medio annuo del 1,7% dal 1990 al 2022, più velocemente di qualsiasi altro settore, esclusa l’industria. In Europa il settore dei trasporti è responsabile del 30% delle emissioni totali di CO2, situazione quasi identica negli Stati Uniti dove la percentuale è del 29%.

La Giornata Mondiale del Trasporto Sostenibile riguarda da vicino la logistica, settore che vede nel trasporto uno degli elementi chiave della filiera. Dal trasferimento rapido e affidabile delle merci alla gestione della flotta, dalla tracciabilità all’ottimizzazione dei costi, la logistica ha intrinseca nella sua struttura l’obiettivo della sostenibilità al punto che stanno nascendo strumenti specifici per attestare il rispetto dei rating ESG.

Ne è un esempio Tiaki Logistics, la prima piattaforma che promuove lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera in ottica ambientale, sociale e di governance. L’obiettivo è far crescere il settore logistico allo scopo di creare uno sviluppo compatibile con l’ambiente, sostenibile e finalizzato a creare lavoro ed opportunità̀ d’innovazione tecnologica e organizzativa. Un traguardo che si raggiunge anche attraverso la valorizzazione del capitale umano, la promozione della salute e del benessere dei lavoratori, l’attenzione all’inclusione ed il rifiuto di ogni discriminazione, l’implementazione di percorsi formativi.

“La logistica è da sempre votata alla sostenibilità – spiega Umberto Ruggerone presidente di Assologistica – Un logistico è attento all’ambiente per definizione, quando possibile non esita a far viaggiare un camion invece che due, ridurre sprechi ed essere efficiente è il suo obiettivo. Le aziende stanno investendo in modo massiccio per diminuire l’impatto ambientale. Le tematiche ESG vanno però affrontate nel loro complesso a partire dall’aspetto sociale”.

Secondo uno studio svolto su 15 paesi da Allied Market Research, il mercato della logistica sostenibile ha generato 1,3 trilioni di dollari nel 2022 e si prevede che genererà 2,9 trilioni di dollari entro il 2032, registrando un tasso di crescita annuo composto dell’8,3%. Tra i fattori che hanno favorito la crescita ci sono, tra gli altri, la maggiore responsabilità sociale d’impresa delle aziende, l’adozione di veicoli elettrici, l’aumento delle normative e legislazioni ambientali, oltre alla crescita dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

L’ottimizzazione del trasporto con veicoli a basse emissioni di carbonio come elettrici e ibridi è solo uno degli aspetti che possono garantire una filiera sostenibile. Altrettanto importanti sono la riduzione degli scarti e il riciclo dei materiali, l’utilizzo di materiali sostenibili, il trasporto intermodale e gli investimenti in tecniche innovative. Guardando all’aspetto sociale non vanno dimenticati i piani welfare, l’attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, l’offerta di assistenza sanitaria integrativa e la garanzia di un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.

“Sono sicuramente da apprezzare le imprese che puntano a certificare la sostenibilità – conclude Umberto Ruggerone – Il nostro settore deve fare tanto nel sociale, ad esempio migliorando la formazione, ci sono grandi lacune che vanno colmate. Bisogna abbandonare l’ottica che guarda al costo più basso e puntare all’efficienza anche nell’ambito della sostenibilità. Un passo avanti che va fatto dall’intera filiera: sviluppatori, utilizzatori e committenza”.

Dagli esperti di Tiaki Logistics arrivano allora 5 punti chiave su cui lavorare per arrivare ad una filiera logistica in linea con i parametri ESG.

REGOLARITÀ DEI DOCUMENTI

Che si tratti di fatture emesse per operazioni giuridicamente inesistenti, di contratti di appalto o subappalto fittizi, di mancanza di versamento della retribuzione e contribuzione dei lavoratori, la regolarità della documentazione è un aspetto chiave per la filiera. Il processo di qualifica delle aziende tramite Tiaki Logistics prevede la certificazione della genuinità dei contratti tramite un partner qualificato
SVOLTA VERSO LA QUALITÀ

I segnali che arrivano dal mercato sono una richiesta di cambiamento per puntare a raggiungere una qualità sempre maggiore. Il rispetto delle normative, l’innovazione tecnologica, il miglioramento delle condizioni di lavoro, l’implementazione di strategie di sostenibilità e la propensione al cambiamento culturale sono tutti aspetti fondamentali che vanno attestati con uno strumento adeguato. Questo consente alla committenza di ottenere le informazioni necessarie alla rendicontazione di sostenibilità sulla supply chain e di selezionare i fornitori tramite i parametri ESG.

REGOLE CHIARE

In Germania è stata approvata la legge sulla responsabilità aziendale che disciplina il settore della logistica. L’obiettivo di questa legge è migliorare la protezione dei diritti dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente nelle catene di approvvigionamento globali. Una novità importante visto che l’85% del traffico merci italiano intraeuropeo insiste sulla Germania. Anche per l’Italia si prevede un aggiornamento legislativo che verterà sull’implementazione della trasparenza giuridica nell’ottica di quanto promosso da Assologistica con il “Progetto Cruscotto”.

PARITÀ DI GENERE E ATTRATTIVITÀ

“Logistica: strategia e attrattività fa(ra)nno) la differenza”. Era questo il tema del recente incontro organizzato dall’Osservatorio Gino Marchet del Politecnico di Milano e far crescere l’attrattività è la grande sfida che si pone il settore. Solo il 20,4% della forza lavoro nella logistica è composto da donne. Una disparità di genere che va superata. Aumentare l’attrattività puntando sull’innovazione tecnologica, sulla legalità, sul benessere dei lavoratori, su diversity e inclusion aiuterebbe anche ad affrontare il grande problema della carenza di manodopera.

AVERE OBIETTIVI COMUNI

La logistica va sempre intesa come attività di filiera che coinvolge numerosi settori e realtà differenti. Un comparto altamente eterogeneo e composto da diverse anime che devono trovare obiettivi comuni da raggiungere. Puntare nella stessa direzione diventa essenziale per promuovere l’efficienza del settore e adattarsi in modo flessibile alle esigenze del mercato.

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