Mercato

Bridgestone propone il piano di cassa integrazione nelle 4 fabbriche spagnole

Bridgestone in Spagna ha stabilito i diversi periodi di incidenza dell’ERTE, Expediente de Regulación de Empleo Temporal, che corrisponde alla nostra cassa integrazione, che prevede di applicare a dicembre 2023 e nel 2024 nei suoi stabilimenti di Burgos, Basauri e Usansolo (Bizkaia) e Puente San Miguel (Cantabria). Il provvedimento riguarderebbe circa 2.814 lavoratori dei quattro stabilimenti della multinazionale produttrice di pneumatici, di cui circa 420 nello stabilimento di Puente San Miguel.

Per lo stabilimento di Basauri (Bizkaia), nel 2023 è previsto il fermo della produzione dal 17 dicembre al 30 dicembre e, nel 2024, per un totale di 63 giorni distribuiti da gennaio a ottobre.

A Usansolo (Bizkaia) la proposta è di fermarsi dal 20 al 30 dicembre e nel 2024 sono previsti 47 giorni di chiusura distribuiti da gennaio a settembre.

A Puente San Miguel (Reocín), la fermata prevista è dal 15 al 30 dicembre e per altri 104 giorni distribuiti da gennaio a settembre.

A Burgos è l’interruzione della produzione è prevista dal 19 al 30 dicembre e nel 2024 sono previsti 9 giorni distribuiti da gennaio a settembre.

Attualmente sono in corso le consultazioni del tavolo negoziale, che dovrebbero concludersi il 5 dicembre.

L’azienda motiva la misura come necessaria in ragione dell’eccesso di scorte nei magazzini e della prevista riduzione degli ordini, a causa dall’attuale complessa situazione di mercato. L’obiettivo è garantire l’efficienza e la competitività degli impianti e il loro futuro.

Il comitato sindacale, composto da CCOO, UGT, BUB e SITB, analizzerà la documentazione presentata da Bridgestone per scoprire i motivi per cui, nonostante a dicembre dell’anno scorso ci fosse già stato un periodo di cassa integrazione, ci si trovi ora ad affrontare una “situazione simile, con gli stessi argomenti e le stesse soluzioni”. Il sindacato sostiene infatti che le previsioni di produzione per quest’anno si sono rivelate “assolutamente irrealistiche“. Uno dei sindacati, il SITB, che si interroga inoltre sulle ragioni dietro le “migliaia di ore di straordinario“, afferma che se nella documentazione fornita non si troveranno spiegazioni per queste problematiche, riterrà che le decisioni prese dall’azienda hanno avuto “l’unico intento di rendere l’attività il più redditizia possibile, a scapito della forza lavoro e delle casse pubbliche”.


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