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Ricostruzione, un circolo virtuoso che porta benefici ad ambiente, flotte e gommisti

“Ricostruire” significa sostituire il battistrada usurato di un pneumatico con uno nuovo ed è la soluzione ideale quando si vogliono ridurre i costi operativi e l’impatto ambientale della flotta, senza scendere a compromessi in sicurezza e prestazioni.

Per produrre un pneumatico ricostruito si risparmia circa il 70% di materie prime rispetto a quelle necessarie per produrne uno nuovo, perché, di fatto, la carcassa, ossia circa 50 kg di materie prime, viene recuperata e il processo produttivo genera meno co2, perché il ciclo si accorcia significativamente.

L’ecologia è sicuramente il primo obiettivo di questa filosofia, che però si realizza in un circolo virtuoso che non prescinde da un vero e proprio vantaggio economico sia per la flotta che per il gommista. Lo sa bene Michelin, che da 100ani persegue la strategia multi-vite del pneumatico e, nel tempo, non ha mai smesso di far evolvere processi e tecnologia di pari passo con la produzione.

I vantaggi per la flotta

Il pneumatico Michelin nuovo arriva vicino al termine della sua prima vita, circa a 3 mm di battistrada residuo, dopo aver percorso qualche centinaio di migliaia di chilometri. A questo punto, accede alla sua seconda vita, pari a circa il 25% dei chilometri percorsi da nuovo, grazie alla riscolpitura, un’operazione che richiede la professionalità di un gommista specializzato. Quando anche il pneumatico Michelin riscolpito arriva di nuovo in prossimità del limite di battistrada residuo, si aprono due diverse strade per iniziare la terza vita: la ricostruzione a caldo o la ricostruzione a freddo.

Il risultato della strategia multi-vite è, per la flotta, una significativa riduzione dei costi di esercizio e, in particolare, del costo chilometrico.

La riscolpitura

La riscolpitura, con una profondità rimanente del battistrada pari a 2-4 mm di profondità, rende possibile la riproduzione del disegno del battistrada e la regolazione della profondità di riscolpitura, in modo da mantenere sempre uno spessore del sottostrato di almeno 2 mm tra il fondo del battistrada e le tele, quando il pneumatico non presenta un indicatore di profondità.

Per assistere i clienti nell’operazione di riscolpitura, Michelin fornisce tutti gli schemi adatti ad ogni gamma di pneumatici, in base alle caratteristiche specifiche del battistrada.

La ricostruzione a caldo Michelin Remix

La ricostruzione a caldo viene fatta all’interno di stabilimenti Michelin e genera un pneumatico Remix, che beneficia degli stessi processi e stabilimenti che vengono utilizzati nella produzione dei pneumatici nuovi. Le carcasse devono essere Michelin e 9 su 10 superano i severi controlli radiografici e shearografici previsti dal produttore francese, a dimostrazione della loro intrinseca qualità. Nello stabilimento di Alessandria c’è un reparto per la valutazione dell’idoneità delle carcasse, che, se superano i controlli, vengono inviate a uno dei due stabilimenti europei che si occupano di ricostruzione a caldo: Homburg in Germania e Valladolid in Spagna.

La ricostruzione a freddo Michelin Recamic

In alternativa, il pneumatico può essere inviato alla ricostruzione a freddo, che avviene presso aziende partner di Michelin, le licenziatarie Recamic, che in Italia sono circa una dozzina, distribuite su tutto il territorio, isole comprese. Il pneumatico ricostruito a freddo sulla carcassa Michelin, prende il nome di Recamic e, in pratica, con lo stesso prodotto originale, semplicemente rinnovando il battistrada, è possibile precorrere di nuovo la totalità dei chilometri che erano stati percorsi con il pneumatico nuovo.

In questi mesi, Michelin ha organizzato anche degli eventi “Porte aperte alla ricostruzione” presso i licenziatari, che illustreranno alle aziende interessate come avviene la ricostruzione a freddo e perché i pneumatici autocarro Recamic sono sicuri. Il 25 marzo è stata la volta di Porretana Gomme (BO), il 28 marzo la dimostrazione avverrà presso La Lombarda, in provincia di Biella, a seguire Cuneese Gomme (CN) il 15 aprile e BR Pneumatici, in provincia di Vicenza, il 10 giugno.

I vantaggi per il gommista

Se i benefici della ricostruzione per la flotta sono evidenti e concretamente misurabili, i vantaggi per un gommista che offre un servizio di gestione dei pneumatici a 360° meritano di essere valutati con maggior attenzione.

In primo luogo, i pneumatici ricostruibili hanno un margine superiore rispetto alle gomme con basso valore aggiunto, ma, soprattutto, con la prima vendita si argomentano già i vantaggi della riscolpitura, che rappresenta un incremento del fatturato sul servizio, e della ricostruzione, avviando un processo che fidelizza il cliente. Il vantaggio di rivedere il trasportatore per la riscolpitura e la ricostruzione è enorme, ma a questo si aggiungeranno anche ulteriori servizi come il controllo della pressione, del battistrada o dell’assetto. Di fatto, tra gommista e flotta si innesca un rapporto di fiducia per la gestione dei pneumatici a 360°.

Da non trascurare c’è poi anche l’effetto d’immagine ‘green’ per il gommista, che si presenta come un professionista moderno e attento all’ecologia e al rispetto dell’ambiente, temi oggi di grande sensibilità.

I vantaggi per l’ambiente

La ricostruzione consente infine di risparmiare risorse naturali, contribuendo alla tutela dell’ambiente:

 Riduzione delle emissioni di CO2: La ricostruzione di 100 pneumatici consente di risparmiare 5 tonnellate di materiali e di evitare l’immissione nell’atmosfera di oltre 6 tonnellate di CO2.

 Meno materiale consumato: 1 ricostruzione = circa 50 chili di materie prime risparmiate. In media, ad una carcassa vengono aggiunti solo 20 chili di materiale, con un risparmio del 70% rispetto a un pneumatico di nuova produzione!

 Meno rifiuti: circa 300 chili in meno per un rimorchio a tre assi.

 Ricostruire 6 pneumatici per 3 assali significa 6 pneumatici in meno da riciclare.

Secondo i dati del bilancio ecologico ed economico pubblicato da AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), nel 2021 in Italia sono stati risparmiati 59,7 milioni di euro grazie all’impiego dei pneumatici ricostruiti. Allo stesso tempo l’uso di pneumatici ricostruiti ha evitato l’emissione di 8.798 tonnellate di CO2 e consentito un minor consumo energetico per 22,6 milioni di litri di petrolio ed equivalenti, un risparmio di 16.600 tonnellate di materie prime e una minor produzione di pneumatici fuori uso pari a 19.920 tonnellate.

Anche nel 2021 il risparmio economico ottenuto grazie all’uso di pneumatici ricostruiti è andato a beneficio degli utilizzatori finali, in gran parte operatori italiani dell’autotrasporto di merci e persone, dato che oggi i pneumatici ricostruiti sono utilizzati soprattutto dalle flotte di camion e autobus, private e pubbliche. Airp sottolinea il risparmio economico, ma anche quello ecologico, visto che l’utilizzo di pneumatici ricostruiti permette di ottenere importanti vantaggi ambientali rispetto alla produzione di uno pneumatico nuovo, come il risparmio di materie prime e il taglio di emissioni di CO2.

Il settore dei pneumatici ricostruiti potrebbe fornire ulteriori benefici agli operatori e alla collettività, qualora fosse sostenuto da misure concrete. L’attività di ricostruzione si inserisce a pieno titolo tra quelle che abbinano un’importante valenza ambientale alla possibilità di ottenere consistenti risparmi e rappresenta un tassello fondamentale per la transizione verso un’economia circolare“, conclude l’associazione.

In conclusione, l’ambiente risparmia 45 chilogrammi di materie prime, la flotta riduce il costo chilometrico e il gommista incrementa il margine e fidelizza il cliente. Non vi sono dubbi, la ri-costruzione è un circolo virtuoso che conviene a tutti.

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