Mercato

Ecotyre, progetti e obiettivi – Intervista al presidente Enrico Ambrogio

Autopromotec è stata l’occasione anche per parlare di PFU. Il presidente di Ecotyre, Enrico Ambrogio, ci ha aggiornato sui progetti e sui prossimi obiettivi del consorzio.

Ad Autopromotec avete presentato un aggiornamento del progetto “Da gomma a gomma”. Quali sono i risultati?

Siamo al secondo triennio del progetto “Da Gomma a Gomma”. Quello che abbiamo fatto è mettere a sistema tutte le best practice della filiera; il risultato è stato sorprendente: oggi è possibile utilizzare la gomma ottenuta direttamente da PFU per la produzione di nuovi pneumatici o di altri prodotti in gomma. Insieme ai nostri Partner abbiamo ottenuto, attraverso un processo complesso, un granulo in gomma adatto alla devulcanizzazione; attraverso quest’ultimo processo abbiamo reso nuovamente utilizzabile la gomma a fine vita in una mescola innovativa idonea per produrre prodotti nuovi in gomma. Ad oggi siamo alla fase 4.0 cioè la messa a punto di prodotti che contengono gomma da PFU. Alcune aziende del settore automotive sono alla fase finale di validazione dei prodotti per iniziare la commercializzazione, altre aziende stanno già utilizzando gomma da PFU nei loro processi produttivi. 

Arriverà il giorno in cui il PFU sarà una risorsa richiesta dal mercato?

Oggi si inizia a percepire il cambiamento. Alcune aziende stanno già oggi iniziando a impiegare concretamente il prodotto “green” e di questo siamo molto orgogliosi, per noi il traguardo da raggiungere è la realizzazione della vera economia circolare della gomma. 

L’auspicio è che un giorno, magari non troppo lontano, il valore della gomma da PFU permetta di coprire i costi logistici di raccolta, azzerando così l’eco-contributo ambientale.

Quali sono i prossimi obiettivi?

EcoTyre ovviamente non produce pneumatici o articoli in gomma, ma continuerà a sviluppare e coordinare il progetto di Ricerca da “Gomma a Gomma” insieme a tutti i soggetti che vogliano partecipare allo sviluppo di questa nuova filiera virtuosa, sempre nell’ottica inclusiva di economia circolare.

L’obiettivo è di rendere sempre più diffuso l’utilizzo di gomma da PFU nei normali cicli produttivi e in nuovi prodotti.

EcoTyre è il primo Consorzio per numero di Soci. Chi sono gli Associati EcoTyre?

EcoTyre conta ad oggi 799 Associati, molto eterogenei da grandi gruppi a piccole società; abbiamo Soci italiani europei e internazionali che trasversalmente si occupano di tutti i segmenti della filiera (produttori, venditori online, distributori, commercianti, etc.). Tutti però condividono la stessa visione: adoperarsi per una gestione corretta dei PFU, in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare. Questo è ciò che caratterizza EcoTyre.  

Oltre alla raccolta ordinaria, svolgete anche attività di raccolta straordinaria, recuperando PFU che trovate in natura…

La raccolta ordinaria è andata molto bene l’anno appena concluso. Abbiamo adeguato i volumi di raccolta alle recenti richieste del Ministero della Transizione Ecologica ed anche nei primi mesi del 2022 siamo in linea con i nostri obiettivi. Da anni ci stiamo dedicando ad attività straordinarie di informazione e sensibilizzazione con il progetto PFU Zero, per il quale abbiamo ottenuto il patrocinio del MITE. Obiettivo di PFU Zero è di informare tutti e sensibilizzare sull’esistenza e sul buon funzionamento della raccolta gratuita dei PFU. Visto che esiste una raccolta nazionale e gratuita è importante infatti segnalare che non ci sono motivi che giustifichino l’abbandono dei PFU al di fuori dei canali previsti o peggio disperderli nell’ambiente. 

Solo l’anno scorso abbiamo realizzato 49 interventi, avviando a recupero quasi 200.000 kg di PFU. Partecipiamo con Legambiente a Puliamo il Mondo e con Marevivo portiamo avanti la campagna PFU Zero sulle coste Italiane, attualmente in corso. Negli ultimi interventi effettuati abbiamo notato con sorpresa e con soddisfazione che gli pneumatici sempre di meno vengono abbandonati in natura o in mare ma piuttosto seguono la corretta modalità di gestione, un segnale positivo della crescente sensibilità e partecipazione di tutti i cittadini e automobilisti. 

Quali soluzioni sono possibili per intercettare quei produttori/importatori che non vogliono o non sanno di doversi consorziare per la gestione dei PFU di loro pertinenza?

Il sistema è già ben organizzato e funzionante, mancano dei semplici correttivi per eliminare le ultime criticità. È bene ribadire che produttori e importatori sono tenuti a consorziarsi per legge dal 2011, quindi l’obbligo a loro carico dovrebbe essere ben noto. Una comunicazione in tal senso sarebbe sicuramente opportuna, tuttavia la soluzione più efficace con costi e tempi ridottissimi, sarebbe senza dubbio la realizzazione del registro nazionale dei produttori, cioè di tutti quei soggetti che devono farsi carico della raccolta, già previsto nell’art. 7 del DM 182/2019. È importante che il registro venga istituito il prima possibile in modo che siano facilmente rintracciabili i soggetti autorizzati a commercializzare nuovi pneumatici e poi a raccoglierli tramite i consorzi. Sarebbe probabilmente la soluzione migliore per rendere più trasparente il sistema e per permettere ai cittadini/automobilisti di sapere facilmente se la gomma acquistata proviene da un soggetto che gestisce PFU oppure no. 

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