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10 anni di gestione Ecopneus dei Pneumatici Fuori Uso in Italia: tra l’impegno oltre il target accolta e la costante spinta all’economia circolare

Era il 7 settembre del 2011 quando anche in Italia entrava in vigore un sistema di gestione dei Pneumatici Fuori Uso basato sulla Responsabilità Estesa del produttore, allineando il nostro Paese alla maggior parte dei Paesi Europei. Sono passati 10 anni e il sistema ha fatto passi da gigante. La filiera Ecopneus, il principale operatore della gestione dei PFU in Italia, si è progressivamente strutturata, grazie anche ad un processo di gestione della qualità che ha consentito di migliorare sempre di più l’output del processo di riciclo, a beneficio delle imprese che utilizzano poi il granulo e il polverino di gomma da PFU per realizzare prodotti, manufatti, applicazioni.

Una filiera formata da circa 100 imprese che ha saputo rispondere prontamente anche all’evolversi negli anni della normativa di riferimento, come ad esempio con la pubblicazione del cosiddetto Decreto End of Waste per i Pneumatici Fuori Uso: un provvedimento che ha finalmente definito criteri e modalità autorizzative uniformi su tutto il territorio nazionale, valorizzando i materiali in uscita dagli impianti di lavorazione e la loro collocazione sul mercato per l’utilizzo in tante valide applicazioni, dalle superfici sportive agli asfalti modificati, dai materiali per l’isolamento acustico ai prodotti per l’edilizia.

Le criticità nella raccolta dei pfu e l’approccio Ecopneus

A livello di sistema restano ancora delle criticità nella raccolta dei PFU presso gli operatori del ricambio, un fenomeno che ha origine principalmente dai flussi di pneumatici che entrano illegalmente nel mercato del ricambio nazionale e che gli esperti stimano in almeno 30/40.000 tonnellate l’anno.

Su questo fronte, una recente nota della Direzione Generale per l’Economia Circolare del Ministero della Transizione Ecologica indirizzata ai soggetti autorizzati alla gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia ha disposto un ulteriore incremento delle percentuali di raccolta fino ad un +20% fino a fine anno. Già lo scorso anno un analogo provvedimento aveva infatti alzato del 15% i quantitativi di PFU da raccogliere nel 2021.

“L’intervento del Ministero della Transizione Ecologica, cui abbiamo dato immediatamente il nostro contributo, è sicuramente un intervento positivo e forse l’unico in grado di intervenire da subito su un problema che persiste da tempo” ha dichiarato il Direttore Generale Ecopneus Federico Dossena. “Occorre però lavorare con solerzia a soluzioni strutturali del problema, anche attraverso meccanismi di tracciamento e controllo dei pneumatici che possano scongiurare ogni distorsione del mercato causata dai flussi di pneumatici illegali. Una situazione complessa cui abbiamo sempre risposto fattivamente, raccogliendo in dieci anni oltre 130.000 tonnellate di PFU in più rispetto gli obblighi di legge, per andare incontro alle esigenze dei gommisti, per sostenere gli operatori onesti e scongiurare comportamenti pericolosi per l’ambiente come gli abbandoni”.

L’intervento del Ministero punta a fronteggiare questa potenziale emergenza ambientale e ad alleggerire la situazione degli operatori in particolare in alcune Regioni dove si riscontrano le criticità maggiori: Liguria, Lazio, Campania, Sardegna, Calabria e alcune aree di Puglia, Basilicata, Valle d’Aosta e Trentino-

Alto Adige, in parte segnalate al Ministero proprio da Ecopneus.

“Anche nel corso del 2021 la nostra raccolta dei PFU è proseguita costante e regolare nei mesi, in tutte le Regioni” continua Dossena. “Il DM 182 ha introdotto dal gennaio di quest’anno anche la ripartizione della raccolta per macro-aree geografiche: nelle intenzioni del legislatore il provvedimento avrebbe dovuto equilibrare la copertura di tutto il territorio nazionale tra tutti i soggetti autorizzati alla raccolta dei PFU, ma di fatto riscontriamo in alcune Regioni un accumularsi di richieste di ritiro dei PFU nonostante noi abbiamo già raggiunto e superato il nostro target di raccolta. Senza adeguati controlli è facile intuire come sia più conveniente per alcuni soggetti effettuare la raccolta, ad esempio, nei grandi centri urbani o nei grandi centri specializzati di cambio gomme piuttosto che nei piccoli Comuni montani o nelle isole minori. Dal canto nostro al 30 novembre erano già 189.884 le tonnellate di PFU raccolte e gestite dal sistema Ecopneus, pari al 96% del target di legge, grazie ad interventi capillari su tutto il territorio nazionale.

10 ANNI DI RISULTATI

Dal 2011 ad oggi Ecopneus ha gestito 2.220.090 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (come il peso di 20 super portaerei), 130 mila tonnellate in più rispetto agli obiettivi di legge (+6% in media ogni anno) ed effettuato oltre 700 mila missioni di raccolta presso circa 25 mila gommisti registrati su tutto il territorio nazionale, con un impegno straordinario per gli interventi negli stock storici e per il prelievo straordinario dei PFU abbandonati nei territori della Terra dei Fuochi, per un totale di 87 mila tonnellate di PFU prelevati.

Un impegno unico, capillare su tutto il territorio nazionale, che vede Ecopneus gestire mediamente ogni anno 200.000 tonnellate di PFU, l’equivalente in peso di circa 22 milioni di pneumatici per automobile. In dieci anni di attività, il 48% dei PFU raccolti è stato destinato al recupero di energia, mentre il 52% è stato avviato al recupero di materia per produrre principalmente granuli e polverini di gomma impiegati nei diversi settori applicativi: pavimentazioni sportive (50%), manufatti e componenti (29%), articoli in gomma (8%), isolanti acustici per edilizia (7%) e asfalti a bassa rumorosità (3%).

“Continueremo a fare innovazione dedicando grande attenzione alla ricerca e contribuendo allo sviluppo della cultura della sostenibilità attraverso attività di informazione e formazione, con lo scopo di massimizzare i benefici per la collettività derivanti dal recupero dei PFU” – prosegue Dossena. “Negli anni Ecopneus si è fortemente impegnata per lo sviluppo dei mercati di sbocco della gomma riciclata, un materiale elastico, resistente all’usura, agli agenti atmosferici e chimici, che se inserita in un circuito virtuoso come quello che abbiamo costruito può fare davvero la differenza e contribuire all’economia circolare di molti settori, dall’edilizia, all’industria, allo sport, alle infrastrutture”.

Le applicazioni della gomma riciclata: un contributo concreto all’economia circolare

Parallelamente alla promozione della qualità e dell’efficienza nella filiera del trattamento dei PFU, l’azione di Ecopneus si è infatti rivolta intensamente anche al sostegno del mercato delle applicazioni della gomma riciclata, stimolando e incentivando il miglioramento continuo dei processi e dei prodotti del trattamento. Un impegno che va anche oltre quanto richiesto dal sistema nazionale dei PFU ed in linea con gli sforzi che il nostro Paese sta affrontando verso gli obiettivi globali di sostenibilità, dal contrasto ai cambiamenti climatici alle opportunità offerte dal PNRR.

In forma legata con resine polimeriche o altri polimeri termoplastici, i granuli di gomma di PFU vengono infatti utilizzati nella realizzazione di pavimentazioni antitrauma, per lo sport (palestre, piste da atletica, campi da basket o da tennis), oppure ancora per produrre pannelli fonoassorbenti e supporti antivibrazione per l’edilizia, componenti per l’industria, elementi di arredo urbano e per la segnaletica stradale di terra, nonché altri numerosi manufatti di varia utilità.

I granuli di gomma riciclata sono inoltre utilizzati come materiale da intaso nella realizzazione di campi da calcio in erba sintetica e se aggiunti al bitume, consentono di realizzare asfalti con caratteristiche di resistenza superiori a quelle realizzate con asfalti tradizionali. Una quota viene anche riassorbita dall’industria della gomma per l’impiego in mescola con polimeri vergini, un mercato, quest’ultimo, ancora molto limitato, ma con un potenziale di crescita enorme in relazione allo sviluppo e l’industrializzazione di efficaci tecnologie di devulcanizzazione che possano consentire di riciclare la gomma dei PFU finanche nella formulazione delle mescole per la produzione di pneumatici nuovi.

In questo quadro di opportunità, in dieci anni di attività di Ecopneus sono state riciclate oltre 625 mila tonnellate di gomma riciclata prodotta nella filiera.

Benefici a cui si aggiungono importanti risultati anche dal punto di vista ambientale ed economico a favore d tutta la società: grazie all’attività di recupero e riciclo di Ecopneus in 10 anni è stata evitata l’emissione di oltre 3,36 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (quanto 1,9 milioni di autovetture che percorrono 10.000 km in un anno), prelievi di materie prime per 3,3 milioni di tonnellate (l’equivalente in peso di 325 Tour Eiffel) e consumi di acqua di 15,5 milioni di m3 (un quantitativo superiore all’acqua erogata per il consumo medio giornaliero di tutta la popolazione italiana). Il risparmio per il Paese legato alla riduzione delle importazioni di materiale vergine si attesta invece ad oltre 1,15 miliardi di euro.

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