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Conclusa l’edizione 2021 di PFU Zero sulle coste italiane: raccolti in 7 località marittime 30.000 kg di PFU

Quest’anno l’ottava edizione di PFU Zero sulle coste italiane è sbarcata a Cagliari, La Maddalena, Marsala, Milazzo, Chioggia, Sapri e Pantelleria; dall’isola siciliana proviene il 40% dei PFU raccolti in mare e a terra grazie a un protocollo di intesa per il quale il Consorzio fornisce all’Amministrazione un servizio di ritiro gratuito e periodico dei PFU e garantisce, con mezzi adeguati, l’avvio al corretto recupero. L’accordo con EcoTyre ha risolto un problema annoso per Pantelleria che, per caratteristiche geografiche, ha da sempre riscontrato una serie di difficoltà logistiche nella gestione dei PFU con conseguenti accumuli sul territorio.

Questi rifiuti sono stati recuperati da squadre di subacquei e sommozzatori, tutti volontari di Marevivo o appartenenti ai diving locali, e poi condotti presso gli impianti dei partner di EcoTyre più vicini al luogo in cui sono stati recuperati (in una logica di prossimità e grazie a una rete di impianti capillare in tutta Italia).

I PFU sono stati opportunamente riciclati e reimmessi in un ciclo virtuoso: non tutti sanno che come per il vetro o per la carta anche da un vecchio pneumatico può rinascere una gomma nuova. EcoTyre, il Consorzio che si occupa della gestione dei PFU in Italia, infatti, ha investito e creduto nel progetto di Ricerca & Sviluppo “Da Gomma a Gomma”, convinto che si potesse chiudere il ciclo della circolarità della gomma. I risultati sono stati sorprendenti: impiegando gomma devulcanizzata, direttamente derivante da PFU, si possono realizzare nuove mescole di gomma utilizzabili per la produzione di pneumatici e altri prodotti.

Chiudiamo oggi con orgoglio un’altra importante avventura con Marevivo, che ringrazio molto per l’impegno, la dedizione e il lavoro prezioso dei subacquei che hanno partecipato; – commenta Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyreanche quest’anno la nostra iniziativa è stata un successo, oltre ai PFU riciclati, la sensibilizzazione, punto focale della nostra mission, è stata posta al centro delle attività. Riteniamo fondamentale che i cittadini conoscano l’esistenza della filiera nazionale di gestione dei PFU, un fiore all’occhiello in tutta Europa. Insieme alle campagne di raccolta straordinaria di PFU, continueremo a fare informazione in totale trasparenza. A tal proposito ricordiamo che attraverso EcoTyre Live sul nostro sito internet www.ecotyre.it ogni cittadino, ogni amministrazione può visualizzare i dati di raccolta mese per mese, per area geografica e in base al tipo di PFU raccolti e gommisti serviti”.

 “Siamo ormai giunti alla conclusione dell’ottava edizione di questa importante campagna di sensibilizzazione che ci consente di eliminare dal mare i PFU, rifiuti che altrimenti sarebbero permanenti, resterebbero lì, sul fondo, per centinaia di anni. – conclude Carmen di Penta, Direttore Generale di Marevivo – Garantire la continuità dell’iniziativa è stato il vero punto di forza di PFU Zero sulle coste italiane. Tante le Amministrazioni Comunali che ci hanno già chiesto di poter partecipare il prossimo anno, per non parlare delle Capitanerie di Porto sempre pronte a intervenire, attente a che tutto vada per il meglio. I diving volontari, le delegazioni Marevivo in giro per l’Italia; questa con EcoTyre, senza il quale nulla sarebbe possibile, è un’azione corale in cui tutti i partecipanti credono profondamente. Ognuno di noi può fare qualcosa per il mare, e anche il più piccolo gesto può fare la differenza. E noi ce la mettiamo tutta!”.

PFU Zero sulle coste italiane rientra nel più ampio progetto lanciato da EcoTyre nel 2013 “PFU Zero” che nasce con lo scopo di coinvolgere la società civile, le associazioni ambientaliste e gli enti locali in una mappatura degli Stock Storici (accumuli di PFU), finalizzata a facilitare la loro rimozione. Un vero e proprio salto culturale perché l’obiettivo di bonificare l’ambiente e il mare si somma a quello di sensibilizzare i cittadini sulle corrette modalità di gestione dei PFU. La risposta è stata subito positiva e in 10 anni sono stati realizzati oltre 200 interventi, eliminando dall’ambiente quasi 2,5 milioni di PFU avviati a recupero (complessivi tra quelli raccolti in mare e a terra).

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