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Pirelli: i risultati finanziari dei primi 9 mesi del 2020

Il Consiglio di Amministrazione di Pirelli ha approvato i risultati al 30 settembre 2020. Il settore tyre nei primi nove mesi del 2020 è stato fortemente impattato dall’emergenza Covid-19 e dal deterioramento delle prospettive economiche, con un generale calo dei consumi e della produzione.

La domanda di pneumatici auto ha registrato nei primi nove mesi una flessione dei volumi del 20,5%, particolarmente marcata nel primo semestre (-28,1%), ma in miglioramento nel terzo trimestre (-6,1%)
grazie alla ripresa della domanda Car New Premium (+2,3%).

Il piano di azione messo a punto da Pirelli fin da aprile per contrastare tale scenario ha consentito di:

  • garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti, con le misure di prevenzione necessarie;
  • tutelare la redditività e la generazione di cassa, attraverso il contenimento dei costi e la rimodulazione dei programmi di investimento;
  • rafforzare la struttura patrimoniale. In questa direzione si inseriscono la sottoscrizione di una nuova linea bancaria “sustainable” per 800 milioni di euro (a 5 anni) e, in generale, l’ottimizzazione della struttura finanziaria estendendo le scadenze del debito;
  • consolidare la collaborazione con le principali case auto Premium e Prestige e con la rete di vendita in vista della ripresa della domanda.

I risultati di Pirelli al 30 settembre 2020 sono caratterizzati da:

  • Ricavi pari a 3.093,8 milioni di euro (-23,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, -19,3% la variazione organica) con un peso dell’High Value che raggiunge il 71,2% dei ricavi complessivi (67,4% al 30 settembre 2019). In deciso miglioramento il terzo trimestre, con ricavi pari a 1.277,4 milioni di euro (-1,5% a livello organico) grazie alla ripresa della domanda sull’alto di gamma (+3,9% i volumi High Value Pirelli, +5,3% i volumi Car New Premium) e al miglioramento del price/mix (+2,3%);
  • Ebit adjusted nei primi nove mesi positivo per 280,4 milioni di euro, con una profittabilità al 9,1%. Il contributo delle efficienze e delle azioni di contenimento dei costi (complessivamente pari a 199 milioni di euro, 6,4% dei ricavi, 84 milioni di euro i benefici netti) hanno limitato l’impatto dello scenario esterno (debolezza della domanda, volatilità dei cambi, slowdown e aumento del costo dei fattori produttivi). Nel solo terzo trimestre l’Ebit Adjusted è stato pari a 213,7 milioni di euro con una profittabilità al 16,7% (17,7% nel terzo trimestre 2019) grazie al contributo delle leve interne (price/mix, efficienze e azioni di contenimento costi);
  • Risultato netto nei primi nove mesi pari a -17,8 milioni di euro. Nel terzo trimestre risultato netto positivo per +83,9 milioni di euro, in crescita del 6,6% rispetto a +78,7 milioni del corrispondente periodo 2019;
  • Un flusso di cassa netto nei primi nove mesi pari a -745,3 milioni di euro (-805,8 milioni nei primi nove mesi del 2019, -628,9 milioni al netto dei dividendi distribuiti nel 2019) dove i minori investimenti (Capex e investimenti finanziari in partecipazioni) e il miglioramento della gestione del circolante netto hanno mitigato l’impatto della minore performance operativa. Significativa la riduzione delle scorte nei primi nove mesi: circa 270 milioni (circa 165 milioni escludendo l’effetto cambi) tra materie prime e prodotti finiti (circa -3 milioni di pezzi sul Car e circa -600 mila sul moto nei primi 9 mesi). Nel terzo trimestre il flusso di cassa è positivo per +12,2 milioni di euro (in linea con il terzo trimestre 2019) grazie a una progressiva riduzione delle scorte soprattutto nel business Car (-1,1 milioni di pezzi la riduzione nel trimestre);
  • Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2020 negativa per 4.252,5 milioni di euro (3.507,2 milioni di euro al 31 dicembre 2019), sostanzialmente invariata rispetto ai -4.264,7 milioni di euro al 30 giugno 2020;
  • Margine di liquidità pari a 1.849,8 milioni di euro, con scadenze sul debito garantite fino alla fine del primo semestre 2023 grazie al diritto della società di estendere il debito bancario in scadenza nel 2021 (per 242 milioni di euro) e nel 2022 (per 1.683 milioni di euro) rispettivamente al 2022 e al 2024.

In linea con le stime il Piano di competitività dei costi e le azioni per contrastare il Covid-19

Il “piano di competitività dei costi” e le azioni a contrasto dello scenario Covid-19 sono in linea con le previsioni annunciate lo scorso 13 maggio, in occasione dei dati del primo trimestre 2020. I benefici lordi attesi sull’anno sono confermati pari a circa 280 milioni di euro (circa 6% della base costi 2019), pari a 140 milioni di euro al netto di inflazione e slowdown (circa 3% della base costi 2019).

In particolare:

  • il “piano di competitività dei costi” (costo del prodotto, manufacturing, organizzazione e SG&A) contribuisce per circa 160 milioni di euro, pari a 110 milioni di euro al netto dell’inflazione (-50 milioni di euro);
  • il piano di contenimento costi “Azioni Covid”, comprensivo di azioni a breve su SG&A, marketing e comunicazione, manufacturing e R&D, contribuisce per circa 120 milioni di euro pari a 30 milioni di euro al netto dello slowdown produttivo (il cui impatto è confermato in circa -90 milioni di euro).


Nei primi nove mesi del 2020, in linea con le previsioni, i benefici lordi dei due piani sono risultati pari a complessivi 199 milioni di euro (il 71% delle efficienze attese per il 2020), pari a 84 milioni di euro al netto dell’inflazione e dello slowdown. Nel dettaglio:

  • 109 milioni di euro derivanti dal Piano Competitività, pari a 73 milioni di euro al netto dell’inflazione (-36 milioni di euro);
  • 90 milioni di euro derivanti dalle “Azioni Covid”, pari a 11 milioni al netto dell’impatto dello slowdown (pari a -79 milioni di euro).

In particolare nel terzo trimestre i benefici lordi sono stati pari a 74 milioni di euro (52 milioni al netto di inflazione e slowdown). Nel dettaglio:

  • 45 milioni i benefici lordi derivanti dal Piano Competitività, pari a 32 milioni al netto dell’inflazione;
  • 29 milioni di euro i benefici lordi derivanti dalle “Azioni Covid”, pari a 20 milioni al netto dello slowdown.

I ricavi nei primi nove mesi sono stati pari a 3.093,8 milioni di euro, con una flessione del 23,4% rispetto al 30 settembre 2019. Escludendo l’effetto dei cambi e l’adozione del principio contabile IAS 29 per tener conto dell’alta inflazione in Argentina (per un impatto complessivo pari a -4,1%), la variazione organica dei ricavi è stata pari a -19,3%.

I ricavi High Value al 30 settembre 2020, pari a 2.203,3 milioni di euro, hanno registrato un calo del 19% rispetto al corrispondente periodo 2019, per effetto del generale calo della domanda in seguito alle misure di lockdown nei principali mercati High Value. L’incidenza dei ricavi High Value sul totale delle vendite è cresciuta di 3,8 punti percentuali al 71,2% rispetto al 67,4% dei primi nove mesi 2019.

L’andamento dei volumi complessivi (-20,7% nei primi nove mesi 2020) riflette il calo della domanda (-20,5% il mercato Car, -10% il mercato moto) che ha interessato in particolar modo il segmento Standard (-26,4% i volumi Pirelli) e, in modo minore, il segmento High Value (-14,9% i volumi Pirelli).
I volumi Car New Premium (≥18 pollici) sono calati del 14,2% (-14,6% il mercato) con una performance diversa per canale:

  • sul Primo Equipaggiamento Pirelli ha registrato un calo in volumi del 15,3% (-20,7% il mercato) grazie alla diversificazione del portafoglio clienti, anche a seguito dei nuovi contratti in Nord America e in Apac, già avviati nel secondo semestre del 2019;
  • sul canale Ricambi il calo dei volumi Pirelli del -13% (-10% il mercato) risente dell’attività di riduzione dei livelli di scorta, avviata nel primo trimestre, presso i principali partner di distribuzione, conclusasi in Europa nel mese di aprile e in Nord America nel terzo trimestre. In
    Nord America le vendite hanno inoltre risentito delle misure di lockdown che hanno interessato maggiormente gli Stati con alta presenza di auto Premium e Prestige.

Il miglioramento del price/mix nei primi nove mesi del 2020 è stato pari al +1,4%, e riflette un diverso trend fra i trimestri:

  • negativo nel primo trimestre (-1,3%), con un mix canale che ha risentito della flessione più marcata del Ricambio e un temporaneo calo del mix Region per minori vendite in Cina;
  • positivo nel secondo e terzo trimestre (rispettivamente +3,3% e +2,3%), grazie al miglioramento del mix prodotto, del mix Region (con la ripresa delle vendite in Cina a partire dal secondo trimestre) e del mix canale (positivo nel secondo trimestre, neutro nel terzo trimestre in considerazione di un trend più bilanciato tra il Primo Equipaggiamento e il canale Ricambi).

Nei primi nove mesi 2020 l’impatto dei cambi è stato negativo del 4,1% (-1,5% nel primo trimestre, -4,7% nel secondo trimestre e -6% nel terzo trimestre), dovuto alla forte volatilità delle valute dei mercati
emergenti (principalmente America Latina e Russia) e alla rivalutazione dell’euro rispetto alle principali valute nel terzo trimestre.

In deciso miglioramento il trend dei ricavi nel terzo trimestre pari a 1.277,4 milioni di euro, con una flessione a livello organico dell’1,5% grazie a un più contenuto calo dei volumi (-3,8% i volumi complessivi, con High Value in crescita del 3,9% e volumi Standard a -11,9%) e al miglioramento del
price/mix (+2,3%) rispetto al terzo trimestre del 2019.In particolare sul Car New Premium (≥18”) Pirelli ha registrato nel terzo trimestre una crescita dei volumi pari a +5,3%, superiore a quella del mercato (+2,3%):

rafforzando il suo posizionamento sul Primo Equipaggiamento (+4,3% i volumi Pirelli rispetto al +0,5% del mercato), sostenuto dalla performance in Apac (in particolare in Cina) e in Nord America grazie al citato ampliamento del portafoglio clienti;

riguadagnando quota sul canale Ricambi (+6,1% i volumi Pirelli, +3,5% il mercato nel terzo trimestre rispetto a un primo semestre con Pirelli a -24% e un mercato a -18%) grazie a una maggiore penetrazione del canale car dealer e dell’on-line in Cina e all’ampliamento della gamma prodotti in Europa.

Sul Car Standard (≤17’’) la riduzione dei volumi nel terzo trimestre è pari a -11,4%, più accentuata rispetto a quella del mercato (-8,2%), fatta eccezione per il Sud America dove Pirelli ha guadagnato quota di mercato sul canale Ricambi (+2,8% i volumi Pirelli rispetto a -15,7% del mercato) sfruttando
alcune opportunità createsi con la riduzione dei flussi di import.

L’Ebitda Adjusted al 30 settembre 2020 è stato pari a 577,3 milioni di euro (-41% rispetto ai 978,5 milioni di euro del corrispondente periodo 2019). L’Ebitda adjusted include costi indiretti industriali legati all’emergenza Covid per complessivi 86,7 milioni di euro, di cui 78,8 milioni relativi a slowdown legati alla temporanea chiusura di alcuni stabilimenti produttivi e, più in generale, al ridotto utilizzo degli impianti nel corso dei primi nove mesi (-8,2 milioni di euro l’impatto dello slowdown nel terzo trimestre).
Tali costi indiretti includono i benefici per ammortizzatori sociali e i benefici derivanti dalle azioni di costcutting Covid-19 relativi ai costi industriali del gruppo.

L’ Ebitda, pari a 478,5 milioni di euro (977,4 milioni di euro nei primi nove mesi 2019), comprende anche costi diretti operativi legati all’emergenza Covid-19 per 32,6 milioni di euro relativi principalmente a costi sostenuti per l’acquisto di materiali di protezione per il personale nonché costi relativi a semilavorati non utilizzabili – per effetto della chiusura improvvisa delle fabbriche – in quanto non idonei per la produzione.

L’Ebit adjusted è pari a 280,4 milioni di euro (685,0 milioni di euro nei primi nove mesi 2019) e riflette il forte calo della domanda nel primo semestre e il conseguente impatto dello slowdown. In deciso miglioramento il trend della profittabilità nel terzo trimestre con un Ebit Adjusted pari a 213,7 milioni di
euro (244,5 milioni nel terzo trimestre 2019) e un margine del 16,7% (17,7% nel terzo trimestre 2019).

Sia nei primi nove mesi dell’anno, sia nel terzo trimestre, le azioni di efficienza e il programma di riduzione costi legato all’emergenza Covid-19, hanno contribuito a contenere gli impatti dello scenario esterno
(forte debolezza della domanda, slowdown, volatilità dei cambi e inflazione del costo dei fattori produttivi).
Nel dettaglio nei primi nove mesi:

  • il programma di Competitività dei Costi ha generato efficienze strutturali per 108,8 milioni di euro (3,5% dei ricavi) compensando l’inflazione del costo dei fattori produttivi (-36,3 milioni di euro), l’impatto cambi (-34,9 milioni di euro) e l’impatto delle materie prime (-19,8 milioni di euro per
  • effetto del deprezzamento delle principali valute dei paesi di produzione del gruppo). Le efficienze hanno riguardato principalmente il costo del prodotto (ottimizzazione delle specifiche e razionalizzazione dei componenti), l’organizzazione (reingegnerizzazione dei processi) e i costi
  • SG&A (stretto controllo delle spese generali);
  • il piano di riduzione costi legato all’emergenza Covid, pari a 90 milioni di euro, ha più che compensato l’impatto dello slowdown (-78,8 milioni di euro, pari a circa l’88% dei circa 90 milioni stimati sul 2020). Le azioni di riduzione costi hanno riguardato costi discrezionali (SG&A), revisione di attività marketing e comunicazione, rinegoziazione dei contratti con i fornitori, prioritizzazione degli investimenti in R&D ed efficienze sul canale distributivo;
  • l’impatto del prezzo/mix è positivo per 21,4 milioni di euro;
  • negativi, infine, gli impatti dei volumi (-354,6 milioni di euro), degli ammortamenti (-22 milioni di euro) e degli altri costi (-78,7 milioni di euro, di cui -41 milioni di euro non monetari) legati al processo di trasformazione (digitalizzazione, R&D e cyber), all’incremento di accantonamenti su
  • crediti e altri costi di natura non monetaria collegati alla significativa riduzione delle scorte di prodotto finito, avvenuta nel secondo e terzo trimestre.

In particolare nel terzo trimestre, le leve interne quali il price/mix (14,4 milioni di euro), le efficienze (45 milioni di euro) e le azioni sui costi (28,6 milioni di euro) hanno contribuito a ridurre l’impatto dello scenario esterno (-22,4 milioni di euro i volumi, -13,5 milioni di inflazione, -8,2 milioni di slowdown, -18,4 milioni l’impatto dei cambi, -5 milioni l’aumento del costo delle materie prime) e il citato incremento degli ammortamenti (8 milioni di euro) e degli altri costi (-43,3 milioni di euro di cui -15 milioni non monetari).

L’Ebit è positivo per 95,6 milioni di euro e include:

  • ammortamenti di intangible asset identificati in sede di PPA per 86,0 milioni di euro (in linea con i primi nove mesi del 2019);
  • oneri one-off, non ricorrenti e di ristrutturazione e altro per 66,2 milioni di euro (72,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019) relativi principalmente ad azioni di razionalizzazione delle strutture, oltre all’adeguamento del valore di alcuni fondi pensione in UK in sede di
  • completamento dell’operazione di buy out avvenuta nel mese di luglio 2020 (9 milioni di euro) e al piano di retention approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 26 febbraio 2018 per 6 milioni di euro (5,1 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019);
  • costi diretti legati all’emergenza Covid-19 pari a 32,6 milioni di euro relativi principalmente a costi sostenuti per l’acquisto di materiali di protezione per il personale nonché costi relativi a semilavorati non utilizzabili per effetto della chiusura improvvisa in quanto non idonei per la produzione.

Risultato netto e Posizione finanziaria netta

Il risultato da partecipazioni è negativo per 6,1 milioni di euro, rispetto ai +1,4 milioni di euro dei primi nove mesi 2019.
Gli oneri finanziari netti sono risultati pari a 113,3 milioni di euro rispetto ai 75,2 milioni di euro dello stesso periodo 2019, valore che era stato impattato positivamente dall’effetto non ricorrente legato ai crediti fiscali in Brasile. Escludendo tale componente straordinaria, gli oneri finanziari nei primi nove mesi 2019 sono stati pari a 175,8 milioni di euro. Confrontati con tale voce, gli oneri finanziari nei primi nove mesi 2020 risultano in calo di 62,5 milioni di euro, per effetto principalmente di una riduzione del costo
del debito e minori impatti derivanti dall’iperinflazione in Argentina.
Il costo del debito su base annua (calcolato come media degli ultimi dodici mesi) si assesta all’1,99% contro il 2,83% del 31 dicembre 2019.

I primi nove mesi del 2020 riportano proventi fiscali pari a 6,0 milioni di euro a fronte di una perdita ante imposte di 23,8 milioni di euro con un tax rate che si attesta al 25%, in linea con il tax rate atteso per l’esercizio 2020. I primi nove mesi del 2019 riportavano invece oneri fiscali pari a 138,4 milioni di euro a fronte di un utile ante imposte di 524,1 milioni di euro (26,4% il tax rate).

Il risultato netto nei primi nove mesi è stato pari a -17,8 milioni di euro rispetto ai +385,7 milioni di euro del corrispondente periodo 2019. Il risultato netto nel terzo trimestre è positivo per 83,9 milioni di euro,
in crescita del 6,6% rispetto a +78,7 milioni nel terzo trimestre 2019.
La posizione finanziaria netta è negativa per 4.252,5 milioni di euro rispetto a -3.507,2 milioni di euro del 31 dicembre 2019 e a -4.264,7 milioni al 30 giugno 2020.

Al 30 settembre 2020 il margine di liquidità è pari a 1.849,8 milioni di euro ed è composto da 700 milioni di euro di linee di credito committed non utilizzate e da 1.115,6 milioni di euro relativi a disponibilità liquide oltre ad attività finanziarie a fair value rilevate a conto economico per 34,2 milioni di euro.

Il margine di liquidità di 1.849,8 milioni di euro garantisce la copertura delle scadenze sul debito fino alla fine del primo semestre del 2023 grazie anche al diritto della società di estendere il debito bancario in scadenza nel 2021 ( 242 milioni di euro) e nel 2022 (1.683 milioni di euro) rispettivamente al 2022 e al 2024.

Il flusso di cassa netto è negativo per 745,3 milioni di euro rispetto a -628,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019 (-805,8 milioni includendo i dividendi distribuiti nel corso del 2019). I minori investimenti (capex e investimenti finanziari in partecipazioni) e il miglioramento della gestione del circolante netto hanno mitigato l’impatto della performance operativa.

Più in dettaglio, il flusso di cassa netto della gestione operativa nei primi nove mesi è stato negativo per 493,3 milioni di euro (-252,1 milioni di euro nei primi nove mesi 2019) e riflette:

  • investimenti materiali e immateriali (Capex) per 106,1 milioni di euro (242,3 milioni di euro nei primi nove mesi 2019). Gli investimenti sono destinati principalmente alle attività High Value e al costante miglioramento del mix e della qualità di tutte le fabbriche;
  • incrementi di diritti d’uso per 62,2 milioni di euro derivanti dall’applicazione del principio IFRS 16 e relativi ai nuovi contratti di leasing sottoscritti nel corso dei primi nove mesi 2020;
  • la variazione del capitale circolante/altro che ha assorbito cassa per 902,3 milioni di euro. Tale dato è in decisa riduzione rispetto ai primi nove mesi 2019 (-962,7 milioni di euro) anche per effetto delle azioni poste in essere nel secondo e terzo trimestre per la riduzione delle scorte di materie prime e prodotti finiti.

L’incidenza complessiva delle scorte al 30 settembre 2020 è stata pari al 18,8% dei ricavi (dato ultimi dodici mesi), in riduzione di circa due punti percentuali rispetto al 20,8% del 30 settembre 2019 e in riduzione di circa 3,7 punti percentuali rispetto al 22,5% del 31 marzo 2020. Nel terzo trimestre 2020 il flusso di cassa netto è stato pari a +12,2 milioni di euro, rispetto ai +11,6 milioni del terzo trimestre 2019 e riflette:

  • la ripresa del business, con un’Ebitda adjusted che si riavvicina ai valori del terzo trimestre 2019;
  • investimenti in riduzione rispetto ai livelli del 2019, in linea con il target operativo di fine anno;
  • una gestione del capitale circolante/altro che ha visto un deciso incremento dei crediti commerciali (22% sul fatturato nei primi nove mesi, 14% nel primo semestre) per effetto della ripresa delle vendite nel terzo trimestre e che saranno incassati nel quarto trimestre dell’anno. L’incremento dei crediti commerciali è stato in parte compensato dalla significativa riduzione delle scorte, soprattutto nel business Car (-1,1 milioni di pezzi la riduzione nel trimestre).
  • un calo degli oneri finanziari e delle imposte pagate, che compensano i maggiori costi di ristrutturazione/altro

Per il 2020 Pirelli aggiorna l’outlook di mercato complessivo, assumendo un miglioramento della domanda rispetto alle precedenti indicazioni, trainato principalmente dal Primo Equipaggiamento in Apac e Nord America, mentre assume una visione cauta sull’Europa per la recente introduzione di nuove misure restrittive anti-Covid a seguito del riacuirsi della pandemia.

Il nuovo outlook prevede una flessione del mercato car nel 2020 del -17% (-19% la precedente indicazione) con un calo sul canale Primo Equipaggiamento del -18% (dal -23%) e del -16% sul canale Ricambi (-18% la precedente indicazione). Il mercato Car New Premium (≥18’’) si conferma il segmento più resiliente: -10% le attese (-13% la precedente indicazione) rispetto al -18% del Car Standard (≤17’’) (-20% la precedente indicazione).

Sulla base di tale scenario, Pirelli prevede una flessione dei volumi di gruppo (Car + Moto) compresa tra circa -17% e -18% (fra circa -18% e circa -20% la precedente indicazione):

  • volumi High Value a -11% (da -14%), con volumi Car New Premium (≥18’’) a -10% (-13% la precedente indicazione);
  • volumi Standard a -25% (da -26% la precedente indicazione).
  • Il price/mix è atteso ora a circa +1,5% (circa + 2% il precedente target) che riflette:
  • un andamento più positivo sul Primo Equipaggiamento nel secondo semestre, in linea con la ripresa della produzione auto;
  • la visione più cauta sull’Europa, in particolar modo sul canale Ricambi, a seguito delle recenti misure restrittive.


Previsto un impatto cambi pari a circa -5% (circa -4% l’indicazione precedente) a seguito dell’apprezzamento dell’euro verso le principali valute nel secondo semestre dell’anno.

Di conseguenza i ricavi sono ora attesi tra circa 4,18 e circa 4,23 miliardi di euro (tra circa 4,15 e circa 4,25 miliardi di euro il precedente target).
Confermati gli obiettivi del “Piano di “Competitività dei costi” e del Piano di contenimento dei costi “Azioni Covid” per complessivi 140 milioni di euro netti. Il margine Ebit Adjusted è atteso fra circa 11,5% e circa 12% (fra circa 12% e circa 13% il precedente target) per effetto:

  • del mutato scenario esterno con un peggioramento dei cambi che impatta anche sul costo delle materie prime (quest’ultimo ora atteso a -15 milioni di euro da -10 milioni di euro);
  • dell’aumento degli altri costi (da -70 a -90 milioni di euro), in parte di natura non monetaria -collegati alla significativa riduzione delle scorte di prodotto finito avvenuta nel terzo trimestre -e a maggiori costi di sponsorizzazioni e minori proventi derivanti dalla vendita di materia prima e servizi.

Confermato il target di generazione di cassa netta compresa fra circa 190 e circa 220 milioni di euro. L’atteso miglioramento della gestione del circolante per effetto di una riduzione delle scorte maggiore delle attese consentirà, infatti, di compensare la minore profittabilità. Si ricorda che in merito alla sentenza della Corte di Giustizia UE sul cartello dei cavi elettrici non è previsto alcun impatto economico (la società già effettuato in passato i relativi accantonamenti nei propri fondi rischi ed oneri) e in caso il pagamento avvenisse entro il 31 dicembre 2020, il target di generazione di cassa netta sarebbe confermato nella parte bassa della forchetta.

Confermata la Posizione Finanziaria Netta pari a circa -3,3 miliardi di euro a fine 2020

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