Mercato

Il sogno possibile: stop a ecocontributo e consorzi, i PFU diventano risorsa

Non si realizzerà domani, ma nemmeno in un futuro troppo lontano: il sogno di Ecopenus è trasformare i PFU da rifiuto da ‘smaltire’ a risorsa da sfruttare.

In termini economici, l’obiettivo è passare da un sistema alimentato dall’”eco-contributo” richiesto ai cittadini al momento del cambio gomme per la gestione del trattamento del fine vita del pneumatico staccato, ad uno scenario in cui la gomma riciclata sarà talmente ricercata nel libero mercato che le sue vendite -e quelle dei prodotti che se ne ricavano-, potranno autofinanziare tutto il processo di raccolta, trasporto, riciclo e recupero.

“Riteniamo che il PFU abbia un valore intrinseco molto alto, tanto che un giorno la loro gestione si auto-sosterrà e non saranno più necessari i consorzi, né una regolamentazione per amministrarli”, afferma il direttore di Ecopneus Giovanni Corbetta“Noi vorremmo fungere da traghettatori e far comprendere a tutti il valore di questo materiale che, un giorno, sarà apprezzato sui mercati al punto che saranno domanda ed offerta a regolare le dinamiche del sistema, un po’ come accade con altri materiali “pregiati” come il rame. A quel punto il consorzio farà tre passi indietro e il libero mercato ne farà tre avanti”.

Realizzare questo sogno vorrebbe infatti dire togliere la sovrastruttura dei consorzi, che sono stati e sono tuttora un soggetto utilissimo e indispensabile, ma che diventerebbero superflui nel momento in cui si consolidasse il mercato dei prodotti in gomma riciclata.

“Condizione necessaria per questa rivoluzione è che ci sia un preciso inquadramento di normazione tecnica, perché, in assenza di norme, qualsiasi materiale è perso”, spiega Corbetta. “E’ poi necessario individuare gli impieghi a cui questo materiale può essere idoneo e svilupparli al meglio”.

Proprio per questo motivo, il forte impegno in Ricerca&Sviluppo, il supporto e la stabilizzazione dei mercati applicativi della gomma riciclata sono stati tra gli ambiti in cui sin dal suo avvio si è concentrata l’attività di Ecopneus.

La pubblicazione, che ormai dovrebbe essere prossima, del nuovo regolamento per la gestione dei PFU da parte del Ministero dell’Ambiente, dovrebbe consentire al mercato di fare un salto in avanti verso questa direzione, in quanto dovrebbe definire chiaramente come deve essere trattato il materiale e codificarne con precisione il percorso. Il PFU passerebbe quindi da un concetto di rifiuto ad essere una vera e propria nuova materia prima da riutilizzare per gli impieghi consentiti dalla legge.

Ecopneus è un punto di riferimento a Bruxelles e per l’associazione europea dei produttori di pneumatici-ETRMA. La gestione dei PFU in Europa viene realizzata, infatti, secondo diverse filosofie e logiche, ma Ecopneus viene considerato il modello meglio riuscito tra tutti i Paesi della UE, tanto che spesso viene presentato come esempio e guida per altre realtà nazionali.

I prossimi passaggi legislativi, sia a livello italiano che europeo, inaugureranno dunque una nuova fase del mercato e apriranno le strade all’impiego finale della materia derivata dai PFU, chiudendo il cerchio di una nuova cultura e realizzando fino in fondo la cosiddetta ‘economica circolare’.

“E’ un puzzle, dove, a forza di mettere tessere, iniziamo finalmente a vedere la figura intera”, conclude Corbetta. “Il nostro sogno è che tutto regga su logiche di mercato e che il consorzio assuma al massimo un ruolo di controllo e monitoraggio di un sistema che gira da solo e in cui il consumatore non paga più nulla”.

 


I traguardi raggiunti da Ecopneus

La raccolta di PFU anche oltre il target di legge

246.290 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso gestite da Ecopneus nel 2018
26.149 Punti di generazione dei PFU registrati e serviti in tutta Italia (gommisti, stazioni di servizio, grandi flotte), da Cortina d’Ampezzo a Lampedusa.
65.361 richieste di prelievo esaudite dalle imprese di raccolta della filiera Ecopneus

I prelievi di PFU da stock storico

Prima che, nel settembre 2011 con il Decreto 82/2011, diventasse operativo in Italia un sistema di raccolta e recupero dei PFU a livello nazionale, abbiamo visto formarsi grandi accumuli di PFU presso aziende di raccolta o trattamento che poi, spesso a seguito di vicende ai confini della legalità, hanno lasciato sul territorio queste pesanti eredità: i cosiddetti “stock storici”.
È lo stesso DM82/2011 ad aver obbligato i soggetti di gestione dei PFU come Ecopneus, a destinare, quando presente, almeno il 30% dell’avanzo economico di fine anno per interventi negli “stock storici”. Tra i vari soggetti responsabili della gestione dei PFU in Italia, Ecopneus è l’unico che ha profuso un così profondo impegno: dal 2012 ad oggi Ecopneus è intervenuta in 15 stock storici diversi in tutta Italia, rimuovendo con le sole proprie risorse economiche finora oltre 84.000 tonnellate di PFU, pari in peso a circa 7 milioni di singoli pneumatici da auto, un volume capace di riempire oltre 80 piscine olimpioniche.

Grazie al lavoro di Ecopneus, gli stock storici di grandi dimensioni in Italia sono stati sostanzialmente tutti svuotati.

I benefici per la collettività

·         4,8 milioni di euro investiti in Ricerca, Sviluppo e Innovazione solo nel 2017, per consolidare i settori applicativi della gomma riciclata e aprire nuovi mercati con applicazioni e impieghi innovativi.

·         142 milioni di euro risparmiati dal sistema Italia sulle importazioni di materie prime.

·         evitate emissioni per 364.793 ton di CO 2 equivalente, come 220.000 autovetture che percorrono 10.000 km in un anno.

·         evitato il prelievo dall’ambiente di 354.249 ton di materiali, il peso di 723 treni Frecciarossa

·         evitato il consumo di 1.668.894 ton di m 3 di acqua, il consumo giornaliero di 6,8 mln di italiani

La costruzione di una cultura del riciclo

 

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