Mercato

I 318 lavoratori Bekaert chiedono l’intervento di Pirelli

Venerdì 14 settembre sotto gli uffici della Bicocca manifesteranno i 318 lavoratori dello stabilimento Bekaert di Figline Valdarno, che da ottobre resteranno senza lavoro.

Dipendenti e sindacati della fabbrica di cordicella per la produzione di pneumatici chiedono infatti l’intervento di Pirelli, perché l’azienda milanese nel  2014 aveva venduto lo stabilimento alla multinazionale belga, impegnandosi però a comprare dal sito toscano il filo d’acciaio fino alla fine del 2017. Nella stessa trattativa, Pirelli aveva ceduto anche altri impianti analoghi in Romania, Turchia, Cina e Brasile.

Onorato e scaduto l’accordo alla fine dell’anno scorso, le due aziende ne hanno sottoscritto un altro, che prevede l’acquisto da parte di Pirelli dello steelcord di Bekaert fino al 2022, ma senza specificare da quale fabbrica e, a quanto pare, gli ordini si sono spostati dall’Italia alla Romani, dove naturalmente il prezzo è significativamente inferiore.

I segretari generali fiorentini di Fim-Cisl (Alessandro Beccastrini), Fiom-Cgil (Daniele Calosi) e Uilm-Uil (Davide Materazzi) hanno chiesto un incontro a Pirelli , in quanto ritengono che l’80% della produzione toscana sia destinata ai pneumatici della Bicocca e che quindi le scelte d’acquisto di Pirelli siano determinanti per mantenere aperto lo stabilimento. Pirelli viene dunque chiamata in cause, non solo come ex proprietario, ma anche e soprattutto come principale cliente.

Nel frattempo il ministro Luigi Di Maio avrebbe promesso la cassa integrazione straordinaria, rimandando di un anno la soluzione della situazione.

La vicenda ha avuto particolare risonanza mediatica anche per l’intervento di Sting, che nel mese di agosto ha espresso la sua solidarietà al presidio dei lavoratori, cantando davanti alla fabbrica e inviando una lettera aperta al Corriere della Sera, dove diceva: “Identità, dignità umana e comunità sono parte integrante dell’equazione macroeconomica. A mio avviso, l’economia, scollegata per ragioni di opportunità dai bisogni umani di base, diventerà insostenibile a lungo termine”.

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