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Marangoni Rovereto ‘affitta’ locali e personale – Sindacati sul piede di guerra

Tira aria di smantellamento a Rovereto nell’headquarter di Marangoni, che intenderebbe affittare capannoni e uffici, completi di macchinari e dipendenti, a terzisti e aziende esterne. La notizia, riportata dalla stampa locale venerdì e subito smentita da Marangoni, arriva dall’incontro che si è svolto giovedì con i sindacati, che erano stati convocati per discutere il patto integrativo aziendale.

Non erano presenti al meeting i vertici aziendali, Giuseppe e Vittorio Marangoni, rispettivamente vice presidente e presidente, che hanno assunto il controllo dell’azienda dopo le dimissioni dell’AD Dino Maggioni, bensì il direttore del personale Michele Bergese, che, secondo il quotidiano locale Trentino, avrebbe spiegato che l’azienda vorrebbe avviare delle partnership esterne, affittando spazi e linee produttive non utilizzate o sotto-utilizzate, insieme ai servizi di manodopera, contabilità e attività tecniche.

Bergese ha anche spiegato i motivi per cui Dino Maggioni – che aveva rassicurato i sindacati – avrebbe lasciato l’azienda di Rovereto: non condivideva il modello di business scelto dal gruppo. Dopo Maggioni aveva per altro lasciato l’azienda anche il direttore commerciale estero.

Immediata la reazione dei sindacati, che hanno convocato per lunedì mattina le assemblee dei lavoratori e che hanno chiesto di incontrare al più presto la proprietà per un confronto.

“Se questa è l’intenzione del gruppo Marangoni – ha dichiarato Mario Cerruti della Filctem-Cgil, come riporta il quotidiano Trentino – rappresenta un’operazione senza precedenti, che avrà conseguenze inimmaginabili su tutto il sistema Trentino. C’è da chiedersi a cosa è servito il lease-back, concesso dalla Provincia, per permettere di ricapitalizzare l’azienda e mantenere l’integrità aziendale”.

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