Fare Sistema 0.2: l’Industria 4.0 nel settore gomma.

“Fare Sistema” nasce nel 2016 con lo scopo di aggregare le diverse anime del settore gomma attraverso incontri tematici con le imprese della filiera: dalla materia prima alla macchina, dal prodotto finito fino all’utilizzatore finale. Obiettivo di questi incontri promossi da Assogomma è quello di focalizzare l’attenzione e proporre spunti di riflessione su temi caldi che influiscono sulla competitività delle Imprese.

Nella sua prima edizione dello scorso anno si sviluppò il tema di come creare valore attraverso una più stretta collaborazione di filiera a partire dal fornitore di materia prima fino ad arrivare al cliente finale, che nel mondo gomma molto spesso è rappresentato da un costruttore di automobili. La produzione di articoli tecnici in gomma in Italia, a parte i pneumatici, ha uno sbocco nel settore automotive pari al 40% della produzione, che insieme ai pneumatici raggiunge il 70% della produzione di settore.

Con un approccio sistemico e una più stretta e aperta collaborazione tra fornitori e clienti, tutti gli operatori professionali possono avvantaggiarsi, aumentando le capacità di competitività delle singole aziende e più in generale di tutto il settore.

Dal medesimo e sempre valido concetto dell’importanza di “Fare Sistema” prende spunto anche la seconda iniziativa voluta da Assogomma, con un chiaro e non casuale riferimento al mondo dell’informatica “0.2” che aggiunge al concetto di lavorare insieme, quello di farlo in un modo “smart”, o come si dice “4.0”.

Oggi si è trattato il tema dell’industria 4.0 parlando di innovazione tecnologica nella sua più ampia accezione, tralasciando gli incentivi fiscali legati agli investimenti in innovazione.

Per fare “Industria 4.0” molti sono gli approcci e gli aspetti importanti ma alcuni di essi sono preminenti e fondamentali: la capacità manageriale in un mercato globale in continua e rapida evoluzione, l’automazione dei processi produttivi e logistici, l’innovazione tecnologica e gli “smart materials”, l’utilizzo sistemico e integrato dei big data.

Il tema della capacità manageriale è stato affrontato da Vittorio D’Amato Presidente di Akron che ha introdotti alcuni principi chiave su come deve evolvere la figura del manager 4.0 per affrontare i cambiamenti in atto, per saperli interpretare, guidare e tradurre all’interno della propria realtà aziendale. A seguire, l’intervento di Franco Zanella, Customer Service Manager di Sew Eurodrive, che ha affrontato il tema delle tecnologie digitali al servizio dell’Industria 4.0 e dell’automazione di processo produttivo e del cosiddetto smart-manufacturing (robotica, internet of things, automazione logistica, ecc.).

Matteo Bernini, AD di Comet ha invece raccontato come un’azienda gomma, storica, a conduzione familiare, sia diventata Industria 4.0 prima ancora che si iniziasse a parlarne. La Comet si trovò infatti a dover affrontare il cambiamento per sopravvivere. Tre le opzioni: vendere a terzi, aggregarsi o investire su stessa. Dopo un tentativo di sinergia, l’azienda decise di investire su se stessa in tecnologia, ricostruendo ex-novo la fabbrica ed automatizzando tutta la logistica con un impianto avveniristico per una PMI gomma italiana. Un coraggioso esempio di come sia ancora possibile investire in Italia per lo sviluppo della produzione. Grazie all’automazione, l’azienda ha incrementato il business con effetti positivi persino sull’occupazione, sia in termini di riqualificazione professionale sia in termini di addetti impiegati.

Il tema dell’innovazione tecnologica, è stato affrontato da Paolo Chiappero, Responsabile del laboratorio sui materiali elastomeri del Centro Ricerche FCA, che ha illustrato come nel prossimo futuro sarà possibile utilizzare una serie di innovazioni tecnologiche, legate ai materiali in gomma, a partire dagli “smart materials” cioè materiali dotati di caratteristiche tali da renderli capaci di comunicare dati prestazionali e di funzionamento. Questi dati potranno essere analizzati ed utilizzati in diversi modi e con possibilità di sviluppi futuri, legati ad esempio alla tecnologia ibrida che porterà a nuove esigenze tecnologiche per i prodotti in gomma il cui impiego aumenterà, soprattutto nella componente insonorizzazione.

Michele Bertoncello, Partner di McKinsey & Company, ha presentato un recente studio sulle possibilità, in un futuro non troppo lontano, di utilizzare la vettura come fonte di dati inerenti, ad esempio, alle preferenze di guida dell’automobilista oppure lo stato di utilizzo, usura e manutenzione delle parti “consumabili” della vettura, dai pneumatici ai componenti interni fino al vano motore. Alcuni componenti dell’auto, resi “intelligenti” (con sensoristica dedicata) e “comunicanti” (grazie a tecnologie di connettività), saranno in grado di mandare autonomamente un’allerta di rottura o di possibile malfunzionamento. Tali informazioni potranno essere gestite da un sistema di raccolta ed analisi dati che potrà interfacciarsi con i costruttori auto, coi fornitori e con i centri di manutenzione per la riparazione. La creazione di questo tipo di “ecosistema digitale” presuppone una serie di competenze (ad esempio software, digital manufacturing, gestione e analisi dei dati, ecc.) che nessun player è in grado di sviluppare autonomamente, a prescindere che sia una big company dell’automotive o dell’informatica, un fornitore oppure una brillante start-up. Per avere successo in tale contesto sarà necessario guidare il cambiamento interno all’azienda, sviluppando competenze digitali, e collaborare con un ampio spettro di aziende di dimensioni diverse e con competenze anche molto diverse tra loro, ancora una volta a dimostrazione della necessità di “Fare Sistema”.

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