Cina: controlli ambientali alla fabbriche di pneumatici. Quali risvolti per il mercato europeo?

Pochi giorni fa la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un’indagine antidumping nei confronti delle importazioni di pneumatici TBR dalla Cina, ma non si tratta dell’unica notizia che riguarda il gigante asiatico.

Il governo cinese ha, infatti, mandato ispettori ambientali nelle fabbriche di pneumatici. Il settimo round delle “ispezione rigorose per il controllo dell’inquinamento dell’aria” è stato completato il 20 luglio. Tra il 7 e il 20 luglio gli ispettori hanno controllato un totale di 5.332 imprese, trovando mancate conformità in circa un quarto dei casi.

Gli ispettori hanno scoperto che il controllo del composto organico volatile (VOC) è stato il principale problema riscontrato all’interno del settore della gomma e della plastica. Ciò significa complicazioni doppie per i produttori di pneumatici, perché oltre alle loro fabbriche, anche quelle di acciaio, gomma, nerocarbone e chimiche potrebbero vedere la produzione sospesa o persino chiusa definitivamente se le non conformità sono ingenti. Il risultato? I prezzi delle materie prime si sono già portati a livelli altissimi, addirittura 5 volte superiori al normale.

Ovviamente questo significa che, anche se una fabbrica cinese è conforme e ha fornitori conformi, i costi si innalzano per tutta la catena. Se sommiamo questo fatto all’innalzamento dei costi delle materie prime, alla prospettiva dei dazi antidumping in Europa e ai già presenti dazi America, si può facilmente immaginare che i prezzi dei pneumatici cinesi saliranno. Alcune fonti parlano già di un aumento del 10% o addirittura superiore.

Resta da capire l’impatto che questi aumenti avranno sul mercato europeo dei pneumatici.

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