Nel 2014 ogni 1.000 motocicli circolanti 6,4 hanno subito un incidente

Nel 2014 in Italia il tasso di incidentalità dei motocicli circolanti era di 6,4 ogni 1.000. Ciò vuol dire che 6,4 motocicli ogni 1.000 hanno subito un incidente. Lo stesso tasso di incidentalità, calcolato per la autovetture, si ferma a 6. Questi dati, elaborati dal Centro Studi Continental su base Istat e Aci, confermano che nel nostro Paese è più pericoloso circolare in moto piuttosto che in auto. Il tasso di incidentalità di motocicli e autovetture, però varia molto a seconda della città che si prende a riferimento. La città più pericolosa per chi circola in motociclo è Milano, dove 20,8 motocicli ogni mille hanno subìto un incidente nel 2014. A Milano seguono, in questa graduatoria, Firenze (19,3) e Genova (18,5). Il titolo di città più sicura per chi circola in moto tra quelle prese in considerazione va a Venezia (7,5). Naturalmente la natura particolare di Venezia ha influito molto sui risultati di questa elaborazione, ed è quindi più giusto assegnare questo riconoscimento a Torino (7,7), seguita in questa graduatoria da Catania (7,9) e Trieste (8,6). Per le auto le città più pericolose sono Firenze (16,4), Bari (13,1) e Milano (12,9).

In linea di principio l’indice di incidentalità è più alto per i motocicli che per le autovetture, ma vi è una città in cui il rapporto è a favore delle auto. Si tratta di Torino, dove c’è una maggiore possibilità di andare incontro a un incidente circolando in auto piuttosto che in moto.
Il calcolo dell’indice di incidentalità è stato realizzato incrociando i dati Istat sul numero di veicoli coinvolti in un incidente stradale con il totale dei veicoli in circolazione. E’ da specificare che il dato sul numero di veicoli coinvolti in un incidente stradale considera solo gli incidenti in cui sono intervenute le forze dell’ordine. Tutti gli altri non sono presi in considerazione. Questo spiega anche perché in alcune città (in cui evidentemente il numero di incidenti per i quali vengono coinvolte le forze dell’ordine è molto ridotto) l’indice di incidentalità è particolarmente basso.

Fonte: elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat e Aci
Fonte: elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat e Aci

Se i dati sinora esposti confermano i rischi che si corrono circolando in moto, ce ne sono altri che mettono in evidenza che il numero di incidenti stradali che coinvolgono mezzi a motore a due ruote è in calo. Dal 2010 al 2014, infatti, gli incidenti che coinvolgono veicoli a motore a due ruote nel nostro Paese sono diminuiti del 33,6%. L’elaborazione da cui proviene questo dato, anch’essa effettuata dal Centro Studi Continental, consente di suddividere i dati a seconda del tipo di veicolo a motore a due ruote coinvolto in un incidente. Da questa ulteriore classificazione emerge che, sempre dal 2010 al 2014, gli incidenti in cui sono coinvolti ciclomotori sono calati del 45,7%, mentre gli incidenti in cui sono coinvolti motocicli sono diminuiti del 28,7%.

Il Centro Studi Continental ha focalizzato la sua attenzione sui mezzi a motore a due ruote perché l’estate è il periodo dell’anno in cui questi mezzi sono più utilizzati e quindi sono più soggetti ad incidenti. L’invito ai centauri è quello di porre la massima attenzione nella circolazione e di far sottoporre i propri veicoli ad una accurata revisione prima di rimetterli in circolazione dopo un inverno passato in garage. In particolare è importante prestare attenzione alle condizioni dei pneumatici, che sono l’unico punto di contatto tra veicolo e fondo stradale, verificando lea pressione di gonfiaggio ed assicurandosi che non siano presenti tagli o abrasioni.

Nell’ambito della sicurezza stradale, Continental si prefigge un obiettivo ambizioso col progetto Vision Zero, e cioè intende avvicinarsi quanto più possibile a zero vittime, zero feriti, zero incidenti stradali. Continental ha tutte le competenze per avvicinarsi a questo obiettivo, dal momento che conosce in ogni minimo dettaglio l’intero processo di frenata, dal pedale fino al pneumatico, poiché come Gruppo produce tutti i componenti interessati in questo processo. Con lo sviluppo delle auto intelligenti, poi, la possibilità di raggiungere l’obiettivo Vision Zero diventa sempre più tangibile.

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