Varato il patto per contrastare il nero nella filiera dei pneumatici e PFU

Si stimano essere tra le 20 e le 30 mila le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso che ogni anno non possono essere raccolti e riciclati a causa di un “sistema parallelo” di ingressi irregolari nel mercato all’ingrosso e di vendite “in nero” al dettaglio. Parliamo di circa 2 – 3 milioni di pneumatici singoli che non sono coperti dal contributo ambientale associato alla vendita regolare con documento fiscale e che dunque non possono entrare nel sistema che ne garantisce il riciclo e la trasformazione in nuovi materiali o in energia. Un ammanco di contributi di 12 milioni di euro ogni anno che si accompagna a un’evasione IVA stimata in 80 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i costi delle bonifiche necessarie per ripulire il territorio dagli abbandoni illegali. Questa “montagna” di PFU, pari al peso a pieno carico di fino a 100 treni ad alta velocità, rischia infatti di essere dispersa nell’ambiente, se non si riuscirà ad invertire la rotta verso la legalità. A questo mira il protocollo d’intesa tra Ecopneus, Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici, Confartigianato Imprese, Federpneus e Legambiente firmato questa mattina a Roma, nell’ambito del Forum Rifiuti (http://www.forumrifiuti.it/) di Legambiente.

“La soluzione deve essere di tipo strutturale e non legata all’emergenza”, si legge nel protocollo siglato dalle parti, “evitando opzioni che vadano a gravare sui consumatori, sui commercianti e sui gommisti che acquistano regolarmente con documentazione fiscale e che possano rappresentare un “avallo” per comportamenti scorretti (acquisti in nero), lesivi per l’erario (evasione di IVA e di imposte sul reddito) e per la collettività”.

L’iniziativa nasce infatti, oltre che dal rischio di compromettere l’efficacia del sistema di raccolta PFU, come  è avvenuto negli ultimi mesi con la sospensione delle attività per il raggiungimento anticipato degli obiettivi di legge, anche per evitare gravi ripercussioni sulla filiera, “dai rivenditori ai gommisti, che operano nella legalità, vittime di una diffusa concorrenza sleale, nonchè disagi organizzativi agli operatori del ricambio, alle aziende della filiera e ai soggetti deputati al recupero“.

Scopo dell’accordo è infatti affrontare in modo organico e strutturale il fenomeno, contrastare irregolarità e “nero”, premiare i virtuosi, educare i consumatori spiegando i rischi di quella che può sembrare una semplice “ricerca di risparmio” e che invece nasconde evasione fiscale, concorrenza sleale, danni per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Saranno messi a punto sistemi di monitoraggio del fenomeno, attività di tracciamento degli acquisti e delle vendite, forme di collaborazione con le autorità di controllo, sistemi di “whistle blowing”, fino ad arrivare ad una vera e propria “carta d’identità del pneumatico”.

Per prevenire e reprimere i flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia, i firmatari del Protocollo hanno costituito un gruppo di lavoro denominato “Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia”, composto da un rappresentante per ogni soggetto aderente e aperto anche a rappresentanti di Istituzioni e Autorità di controllo.

Compito dell’Osservatorio sarà dunque elaborare in dettaglio valutazioni comparative dei dati, con cui evidenziare i fenomeni d’illegalità, le loro possibili cause ed eventuali casi specifici da segnalare alle autorità competenti. Da queste analisi nasceranno proposte di soluzioni tecnico organizzative e legislative per promuovere tracciabilità, trasparenza e controlli sia per contrastare i fenomeni di illegalità, che per garantire il servizio di raccolta di PFU.

Presentazione Patto Legalità

“Oggi il flusso illegale degli pneumatici che arrivano in Italia senza regole – osserva il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Gallettialimenta un vero e proprio mercato nero che fa danni all’ambiente e all’economia, diventando allo stesso tempo una fonte di arricchimento per la criminalità. La risposta a questo fenomeno arriva dal lavoro di magistrati e forze dell’ordine, ma anche da una presa di coscienza collettiva del problema. Questo protocollo – conclude Galletti – ha il merito di creare un’alleanza civile che dice una cosa molto chiara: il futuro è l’economia circolare, il riciclo è innanzitutto affermazione della legalità”.

Giovanni Corbetta, Direttore Generale Ecopneus ha dichiarato: “La normativa può aiutare molto a circoscrivere il problema; il nostro compito è anche quello di aiutare il Ministero dell’Ambiente a individuare le soluzioni più adatte a poter garantire – insieme agli altri consorzi – la completa eliminazione di qualsiasi PFU”.

Per Cesare Fumagalli, Segretario Generale Confartigianato Imprese, questo accordo “dovrà garantire certezze agli imprenditori e assicurare l’impegno condiviso a tutela dell’ambiente e a sostegno dell’economia circolare. In questa logica di responsabilità, Confartigianato offre il proprio convinto contributo”.

Stefano Carloni, Presidente AIRP, ha aggiunto che “gli sforzi della filiera dei pneumatici per garantire la sostenibilità, non possono infrangersi contro le sacche di illegalità; né si può chiedere alle imprese sane e ai cittadini onesti di pagare anche per quelli disonesti”.

Guido Schiavon, Presidente Federpneus, tra i firmatari dell’accordo, ribadisce che “la lotta all’illegalità è uno dei cardini dell’attività della nostra Associazione. Non può esistere, infatti, business e crescita industriale se le regole del gioco non sono chiare e uguali per tutti”.

Rossella Muroni, Presidente Legambiente, ha chiuso la presentazione del patto per la legalità: “Questo è l’ennesimo ‘business’ dell’illegalità che produce danni economici e ambientali. Ma ormai la cultura della lotta ai reati ambientali sta diventando consapevolezza diffusa, come dimostra l’introduzione degli ecoreati nel Codice penale, e gli italiani non sono più disposti a tollerare situazioni come queste”.

Scarica il protocollo firmato in formato pdf

© riproduzione riservata
made by nodopiano