Gommisti e infortuni sul lavoro – 406 nel 2014

La professione del gommista comporta una serie di rischi che dovrebbero essere seriamente analizzati e che invece molte volte vengono sottovalutati, magari per mancanza di tempo o per la difficoltà di applicare tutte le procedure preventive, in particolare nei periodi di maggior flusso di lavoro. I problemi vengono però a galla quando succede un infortunio e allora è troppo tardi, perchè i tecnici dello Spisal, in mancanza di una adeguata preparazione, presentano all’azienda il conto.

Per i gommisti non è infatti sufficiente partecipare a dei corsi generici sulla sicurezza; è necessario che il responsabile della sicurezza faccia un’analisi e individui le aree di intervento specifiche per quanto riguarda i rischi più gravi e che il personale partecipi a dei corsi di formazione specifici sulle attività peculiari e più complesse di questa professione, come ad esempio il montaggio di cerchi con anelli, le riparazioni o le gomme runflat.

inail etaL’identikit del gommista più soggetto a incidenti sul lavoro è un giovane tra i 18 e i 34 anni, di nazionalità italiana e attivo in una delle regioni del nord Italia. Questo è quanto delineano i dati statistici dell’Inail, che suddividono gli infortuni in base alle professioni. Questa categorizzazione riesce a dare un quadro degli incidenti sul lavoro dei gommisti, ma esclude ovviamente tragedie come, ad esempio, quella avvenuta qualche giorno fa in provincia di Verona, in quanto non ha coinvolto un gommista, ma l’autista di una ditta di calcestruzzi che – non si sa ancora se dotato delle competenze necessarie – stava gonfiando il pneumatico di un mezzo pesante.

Le statistiche che riferiamo si circoscrivono dunque esclusivamente alle attività registrate come “gommista”, che per l’Inail ricadono nella categoria ‘Artigiani, operai specializzati e agricoltori’ e nella sotto-categoria ‘Meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili e professioni assimilate’ (6.2.3.1.2).

I dati 2015 non sono ancora disponibili, ma nel 2014 gli infortuni tra i gommisti sono stati, secondo l’Inail 406, in calo rispetto al 2013, che ne ha avuti 457, ma in crescita rispetto al 2012 che ne aveva contati 367. Nessun morto nel 2014 e uno nel 2013, un 23enne, parente del titolare, che ha perso la vita a Legnago, sempre in provincia di Verona.

inail lesioneNel 2014 il 28,7% degli incidenti ha avuto come esito una contusione, mentre il 25,9% una lussazione, distorsione o distrazione. Le ferite sono state il 17,6% e le fratture il 17,1%. Nel 4% dei casi ci sono stati dei corpi estranei e in un altro 4% lesioni da sforzo. Lesioni di altro tipo solo l’1,8% e perdite anatomiche lo 0,8%.

La Regione che ha registrato il maggior numero di casi è la Lombardia (70), seguita dall’Emilia Romagna (60) e dal Veneto (43). Le regioni con meno di 10 incidenti sul lavoro sono Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise e Basilicata.

L’esperienza pare giocare un ruolo importante, visto che la maggior parte degli incidenti (42,9%) capita a operatori che hanno fino a 34 anni di età. Seguono i gommisti da 35 a 49 anni con il 38%, quelli da 50 a 64 con il 16,7% e solo il 2,4% oltre i 65 anni di età.

inail sedeLe mani, come è facile immaginare, sono la sede primaria delle lesioni (30,2%), ma anche la colonna vertebrale è sottoposta a stress e incidenti con un 12,1% degli incidenti. A seguire ginocchio (7,8%), viso (7,1%), cingolo toracico (5,5%), cranio (5,35%), parete toracica (5,3%), caviglia, occhi, polso, gambe, braccia, piedi, cosce, collo, dita, gomito, alluce e cingolo pelvico.

Il 90,3% degli incidenti (365) nel 2014 hanno coinvolto gommisti italiani, mentre solo il 2% ha visto coinvolti operatori europei provenienti da Romania (4), Germania (2) e Croazia (1) e il 7,7% collaboratori extracomunitari, e in particolare 8 svizzeri, 7 albanesi e 7 marocchini.

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