All Season, futuro e sgravi fiscali: il parere di Assogomma

Tra il 2014 e il 2015, le vetture trovate con pneumatici invernali a giugno sono passate dal 12% al 17%, secondo i risultati della campagna Vacanze Sicure, che quest’anno, giunta all’undicesima edizione, ha garantito oltre 9.000 controlli effettuati in 7 regioni (Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Lazio e Liguria) tra metà maggio e metà giugno. Il dato delle gomme invernali a giugno, così come altri dati emersi dalla ricerca, come per esempio il fatto che i pneumatici lisci sono raddoppiati da un anno all’altro e l’età media dell’auto continua ad invecchiare, è sicuramente frutto della crisi, che porta gli automobilisti a ridurre i costi per la manutenzione, o sostituzione stessa, dell’auto. Per quel che riguarda i pneumatici, una proposta che in questo momento sta godendo di un grande successo è quella dei pneumatici All Season, che potrebbero far risparmiare qualcosa agli automobilisti, non più costretti al cambio gomme, allo stoccaggio e a dover spendere denaro per due treni di gomme, magari in zone dove effettivamente la neve scende di rado.

Tuttavia, il Direttore di Assogomma, Fabio Bertolotti, su questo tema ha affermato: “Da un punto di vista normativo e legislativo i pneumatici All Season non esistono: esistono solamente i pneumatici estivi e quelli invernali, contrassegnati dalla sigla M+S e dal pittogramma alpino. Questo è un fenomeno commerciale che non ha nulla a che vedere con gli aspetti legali e tecnici. Secondo questi aspetti, si tratta, semplicemente, di pneumatici invernali. D’altronde, pensare di avere un pneumatico, che vada bene, al meglio, sempre e in ogni situazione è quantomeno molto discutibile. Si tratta, quindi, di un compromesso, che non potrà mai eguagliare le performance che si ottengono con la dotazione di un pneumatico estivo e uno invernale.”

Un altro tema caldo del momento è sicuramente quello legato al futuro del gommista, “minacciato” dalle vendite online sempre più internalizzate dai produttori. È il caso, per esempio, di Michelin e Goodyear, che negli Stati Uniti si stanno attrezzando per vendere direttamente sui loro siti i pneumatici, ma che anche in Europa hanno fatto i primi passi in questo senso, acquistando diversi portali leader e vendendo pneumatici per autocarro solo attraverso la rete. Anche Landsail ha annunciato un’iniziativa di questo tipo pochi giorni fa. “Il gommista è un professionista e quanto più sarà in grado di dimostrare il suo ruolo nei confronti del consumatore, tanto più manterrà la sua professione nel tempo. Questo significa che bisogna andare ben oltre il semplice e banale montaggio delle gomme: in quanto professionista, il gommista si tiene aggiornato, si forma e agisce come consulente del cliente, supportandolo nella scelta del giusto prodotto. L’automobilista che pone attenzione alla sicurezza dovrebbe rivolgersi ad un gommista perché, anche se con un differenziale di prezzo superiore, si ha la certezza di avere un amico e un professionista al proprio fianco. Bisogna sempre ricordare che il pneumatico non è un prodotto banale.”

Nel suo lavoro, il gommista potrebbe essere aiutato dagli sgravi fiscali chiesti a gran voce da tutta la filiera del pneumatico che sarebbero riconosciuti, secondo una proposta fatta al governo, a quei cittadini che, con un comportamento socialmente responsabile e virtuoso, contribuiscono a ridurre i costi sociali dovuti agli incidenti stradali. “Come è possibile dedurre una doccia e non le spese dovute a quei prodotti che hanno una conseguenza diretta sulla sicurezza? Da un punto di vista logico, la proposta ha assolutamente buon senso, ma il problema sono le risorse. Se ci fosse un vantaggio diretto a dotarsi di pneumatici performanti, classificati secondo l’etichetta europea, sicuramente si entrerebbe in un ordine di idee che privilegia la sicurezza, esattamente come avviene con i frigoriferi o gli altri strumenti elettronici. In Francia già accade, perché non in Italia? Una semplice agevolazione indurrebbe gli automobilisti a dotarsi di pneumatici più sicuri e più verdi, e risparmierebbe allo stato enormi costi: ogni morto sulla strada costa 1,4 milioni di euro, con un totale che annualmente si aggira sui 20 miliardi di euro.”

 

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