Federauto propone IVA agevolata +23% all’anno per tre anni

Far ripartire il mercato dell’auto attraverso misure specifiche e concrete destinate alle famiglie e alle partite IVA, è questo il forte auspicio per il 2015 emerso nell’ultimo consiglio di amministrazione di Federauto, composto dai presidenti delle associazioni di concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus. Anche l’ultimo CdA ha confermato il pacchetto pensato per risvegliare e ampliare in modo significativo la domanda. Tra le misure proposte al Governo Renzi, quelle destinate ai privati, per le quali Federauto ha ipotizzato la riduzione dell’aliquota IVA per un triennio, con beneficio decrescente. Meccanismo in grado di garantire un’uscita morbida dalla “droga incentivi”. Si tratterebbe di un piano finalizzato al rinnovo del parco con anzianità superiore a 10 anni (circa 14 milioni di autoveicoli). L’incentivo sarebbe concesso a condizione che le case automobilistiche mettano a disposizione dell’acquirente una cifra equivalente al beneficio a carico dello Stato, sulla falsa riga dell’ultima vera “rottamazione governativa”. Secondo Federauto questa misura genererebbe una domanda aggiuntiva di circa 252.000 autovetture l’anno, ovvero 756.000 nel triennio.

Per Federauto credito o deduzione di imposta sarebbero, invece, le leve utili per sostenere solo la domanda di auto, veicoli commerciali e industriali, destinati alle ‘partite Iva’. Utenti che hanno nel proprio DNA queste leve fiscali. Per la Federazione dei concessionari questo intervento potrebbe generare 75.000 autoveicoli aggiuntivi (210.000 in 36 mesi). In pratica, se le proposte targate Federauto venissero adottate, nel triennio considerato il mercato italiano si alzerebbe, sommando i privati alle partite Iva, di circa 966.000 pezzi. E se qualcuno si chiedesse: cosa accade al 4° anno? Probabilmente si tornerebbe a un mercato “normale”, un po’ per la lenta ma naturale uscita dalla crisi dell’economia reale, un po’ perché l’uscita graduale dagli incentivi non lascerebbe strascichi. In aggiunta Federauto fa notare che questi strumenti genererebbero un beneficio che andrebbe tutto in tasca ai privati, alle famiglie e alle imprese. Categorie fiscalmente penalizzate dagli ultimi Governi soprattutto quando acquistano o utilizzano un autoveicolo.

Nel CdA si sono affrontante anche le differenze tra le proposte di Federauto e quelle di altre importanti associazioni della filiera. “Con Unrae, che rappresenta i Costruttori Esteri, abbiamo ampie convergenze di vedute – ha affermato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto -. Convergenze che ci hanno portato, ad esempio, a presentare al Governo un piano congiunto Anfia, Unrae e Federauto per l’eliminazione del superbollo sulle vetture prestazionali. L’unica differenza riguarda i provvedimenti richiesti per i privati, ossia per le famiglie. Infatti – ha proseguito Pavan Bernacchi – Unrae ha puntato sul credito o detrazione d’imposta, mentre Federauto ritiene più efficace puntare sull’Iva agevolata”. Una soluzione che, secondo la Federazione dei concessionari, in un momento di crisi di liquidità come quello attuale, farebbe risparmiare alle famiglie “tutto e subito”, essendo nel contempo molto facile da comunicare e assolutamente priva di burocrazia. Burocrazia che in passato aveva ingolfato i back office di concessionari e case automobilistiche.

Secondo Federauto introducendo l’IVA agevolata per tre anni si alzerebbe il mercato dei privati di circa il 18%, mentre quello derivante dalle partite Iva potrebbe registrare un aumento del 5% grazie al credito e alla detrazione d’imposta. Ciò significa che confrontando il pari periodo di 3 anni Federauto propone misure per alzare il mercato di circa il 23% (966.000) contro il +5% della proposta Unrae (210.000 vetture), con una differenza di ben 756.000 pezzi.

“I numeri parlano da soli – ha concluso il presidente di Federauto – e anche la nostra proposta, con il semplice delta aggiuntivo per lo Stato di IVA e IPT, si autoalimenterebbe e non richiederebbe risorse pubbliche. Inoltre svecchiare il circolante significherebbe sostenere il mondo del lavoro, pagare meno ammortizzatori sociali e diminuire i costi sociali degli incidenti stradali e dell’inquinamento. A mio avviso questa divergenza di vedute con Unrae è comunque positiva perché una sana dialettica alimenta il confronto costruttivo. Piuttosto servirebbe partire da ciò che ci unisce anziché da ciò che ci divide, andando avanti insieme sui temi condivisi. In conclusione mi è d’obbligo avvisare i consumatori che non ci sono aperture governative per nessun tipo di provvedimento che riguardi gli autoveicoli. E’ per questo motivo che probabilmente sarebbe opportuno non presentare ai media i nostri progetti. Purtroppo alcuni lo fanno per cui anche Federauto si vede costretta a uscire allo scoperto alimentando, probabilmente, false aspettative nel pubblico che potrebbe decidere di rimandare acquisti già pianificati. Acuendo così la crisi del settore”.

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