Pelmar contro la cinese TST – “Le abbiamo aperto il mercato e non ci paga le commissioni”

Il Gruppo Pelmar Engineering, produttore israeliano di macchine e soluzioni per l’industria della gomma, ha avviato un’azione legale per il risarcimento dei danni causati dalla cinese Tianjin Saixiang Technology. La richiesta, che Pelmar ha presentato presso il tribunale cinese di Tianjin, è per un importo complessivo di 800.000 dollari, che comprendono interessi, spese e danni, oltre ai mancati pagamenti da parte del produttore cinese.

Le due aziende avevano fatto un accordo di collaborazione, per cui Pelmar aveva presentato Tianjin Saixiang Technology ai propri clienti non cinesi, assistendola nella vendita e nella promozione delle macchine TST. Ad un certo punto, però,e senza ragione apparente,  – a quanto dichiara Plemar – TST ha rescisso il contratto con Plemar e si è rifiutata di pagare le commissioni concordate.

“E’ stato molto deludente sapere che, dopo che Pelmar ha internazionalizzato TST, un’azienda che prima era praticamente sconosciuta nel mondo, presentandola ad un gran numero di aziende in Europa, Stati Uniti, Sudest Asiatico e Medio Oriente, TST ha deciso  di comportarsi in questo modo ingiusto e – per usare un eufemismo – non professionale”, ha affermato Jacob Peled, presidente esecutivo di Pelmar. “Abbiamo preso la fiducia in questa azienda e useremo ogni mezzo per far conoscere al mondo questo comportamento scorretto”.

Fonti vicine all’azienda israeliana sostengono che l’azienda aveva piazzato il singolo ordine più importante di tutta la storia di TST e le aveva permesso di conoscere e trattare con i principali produttori di pneumatici del mondo, soprattutto nel settore Off-Highway. Inoltre l’azienda sostiene che “l’importo delle commissioni non pagate e i danni causati a Plemar, in realtà, sono molto più alti di quanto l’azienda abbia richiesto nell’azione legale e che sono stati abbassati su consiglio degli avvocati”. In ogni caso una cosa è certa: “Pelmar è determinata ad intraprendere tutte le vie legali e tutte le misure possibili in tutto il mondo finchè il risarcimento dovuto non sarà pagato in toto”.

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