Scoperti quasi 50 milioni di evasione Iva nei pneumatici in soli due anni – Ultima tappa in Veneto

Si è fatto un altro passo avanti nella lotta all’evasione fiscale nel settore dei pneumatici, un percorso che è iniziato da qualche anno e che si spera possa riequilibrare un mercato, dove molti soffrono per la concorrenza sleale di alcuni operatori che illegalmente guadagnano un vantaggio competitivo. Oggi l’operazione anti-frode è scattata in Veneto per 3 milioni di euro, ma a novembre 2013 i milioni erano 30 a Napoli, a maggio 2013 6 milioni a Brescia e a giugno 2012 7 milioni tra Toscana, Umbria, Lombardia, Emilia Romagna e Campania (v. sotto il link agli articoli).

Nei giorni scorsi i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Treviso, in collaborazione con i militari della Compagnia dei Carabinieri di Portogruaro, hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Treviso, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Mauro Ghezzi (46), nato in Svizzera, ma residente a Fossalta di Portogruaro (VE), amministratore “di fatto” di una società operante nel settore pneumatici, nei confronti del quale il magistrato ha anche ordinato il sequestro preventivo dei beni, tra cui due appartamenti a Bibione.

Nell’indagine sarebbe coinvolta anche una commercialista trevigiana, per aver avvallato la costituzione di due società cartiere, Europa 3000 e Inter Pneus con sede a Treviso, che erano amministrate da due prestanome, donne rumene probabilmente nullatenenti, e che servivano da ponte per realizzare la cosiddetta “frode carosello”.

L’indagine, scaturita da una complessa verifica fiscale svolta dall’Ufficio delle Dogane di Treviso, ha permesso infatti di accertare l’esistenza di un collaudato sistema di frodi fiscali “carosello” finalizzato al ribasso fraudolento dei prezzi sul libero mercato grazie all’evasione dell’IVA, quantificata in circa 3 milioni di euro.

Il sistema fraudolento è stato realizzato attraverso l’utilizzo di diverse società nazionali e comunitarie, ciascuna delle quali con un ruolo ben definito e funzionale alla realizzazione del programma criminoso.

Le imprese cartiere intestate alle donne rumene, operavano contabilmente con la compiacenza della commercialista, acquistando solo formalmente pneumatici di origine cinese da fornitori comunitari al fine di caricarsi del debito IVA (poi non assolto) e di consentire così una indebita detrazione della stessa da parte delle ditte nazionali, destinatarie finali della merce, secondo le consuete modalità dei cosiddetti  “caroselli fiscali”.

L’indagine ha, inoltre, rivelato un innovativo meccanismo, che consisteva nell’importazione degli pneumatici cinesi presso un porto italiano, simulandone cartolarmente la spedizione in un paese comunitario e il successivo rientro in Italia, con l’evasione dell’imposta e la illecita costituzione di capitali all’estero.

Come funzionano le “frodi carosello”?

La frode carosello è un meccanismo fraudolento dell’IVA attuato mediante vari passaggi di beni, in genere provenienti ufficialmente da un Paese dell’Unione europea, al termine del quale l’impresa italiana acquirente detrae l’IVA nonostante che il venditore compiacente non l’abbia versata. In genere viene interposto un soggetto italiano (prestanome e nullatenente) nell’acquisto di beni tra un soggetto comunitario (reale venditore) e un altro italiano (reale acquirente). Quest’ultimo ufficialmente risulta però aver acquistato dal prestanome, che emette una fattura con IVA ma non la versa, mentre il rivenditore (compiacente) la detrae.

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