Mercato auto gennaio: tra segni positivi, polemiche e richieste di abbassamento del carico fiscale

Il 2014 dell’auto inizia con un segno positivo, caratterizzato dal confronto con il -17,2% di gennaio 2013 e con un giorno lavorativo in meno, tuttavia conta ancora 20.000 unità perse rispetto al 2012.
“La politica è tornata assente sui temi del nostro settore – afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – la Consulta Automotive, dopo successivi rinvii, ha di fatto interrotto i lavori previsti per la filiera distributiva e commerciale davanti alle priorità politiche della riforma della Legge elettorale ed una spending review da rendere più incisiva. In questo quadro il settore auto continuerà ad operare in un contesto di bassa propensione ai consumi, finché non si determinerà un alleggerimento della pressione fiscale che agisce sul sistema famiglie ed imprese.” “Rimangono ancora inascoltate da un anno – conclude il Presidente – le proposte UNRAE di deducibilità per le famiglie dei costi di acquisto e/o manutenzione delle vetture, esattamente come avviene per le abitazioni, nonostante si debba rilevare che la Spagna, un Paese che ha attraversato una crisi anche peggiore di quella italiana, ha rinnovato per la quinta volta il proprio investimento sull’auto per 578 milioni di euro in due anni, ricevendone come benefico ritorno nelle casse dello Stato un maggior gettito generato dall’IVA e dalle tasse di immatricolazione, un incremento del PIL per 2 miliardi di euro ed un incremento dell’occupazione”.
Tornando ai numeri, si sottolinea come siano in aumento i volumi destinati al noleggio, che in gennaio segnano un +22,5%, incrementando la propria rappresentatività di quasi 2,5 punti percentuali, per raggiungere il 15,1% di quota sul totale. Ne consegue una riduzione della rappresentatività dei privati, che sfiora il 68%, pur mantenendosi stabile in volume (80.662 auto venute). In linea con la crescita del mercato, infine, la performance delle società, che confermano la propria quota di mercato al 17% circa. Parallelamente alla crescita del noleggio, si conferma nel mese l’incremento delle vendite di auto diesel (+9,3%), che conquistano 3 punti di quota, posizionandosi al 55,5% del totale. Le vetture a benzina, invece, perdono in volume il 3%, fermandosi al 30% di rappresentatività. Prosegue la flessione delle motorizzazioni Gpl (-13,7% in volume), che scendono all’8,2% del totale mercato. In crescita in volume le vetture a metano ed ibride.

Il presidente di ANFIA, Roberto Vavassori, è sulla stessa linea di Nordio: “Dopo il segno positivo di dicembre 2013, il primo dopo 27 mesi consecutivi in calo, anche il nuovo anno da poco iniziato si apre con un mercato in crescita, anche se gennaio 2014 si confronta con un gennaio 2013 tra i più bassi della storia in termini di volumi immatricolati. Riteniamo si tratti, comunque, di un segnale di incoraggiamento per un 2014 in cui, una volta toccato il livello minimo per un Paese come il nostro, la domanda dovrebbe finalmente ripartire, se non altro sulla spinta della necessità di rinnovare un parco circolante decisamente invecchiato: basti pensare che l’età mediana delle auto in circolazione nel 2012 è arrivata a 11 anni e 7 mesi per le vetture a benzina e a 7 anni per le vetture diesel. Questa spinta, tuttavia, da sola non è sufficiente – ha puntualizzato Vavassori – per ridare impulso, nel breve-medio termine, al mercato italiano, sono indispensabili interventi mirati sul carico fiscale, divenuto ormai insostenibile per gli automobilisti specialmente in riferimento ai costi di possesso e utilizzo dell’autoveicolo, e sulla fiscalità relativa alle auto aziendali, penalizzate, in Italia, rispetto al resto d’Europa. Riguardo alle prospettive di medio-lungo periodo – ha concluso il Presidente ANFIA – ribadiamo con forza che il riallineamento dei volumi del mercato italiano a quelli di Paesi come la Francia e il Regno Unito, passa soprattutto dalle misure di politica industriale per il rilancio della filiera produttiva, in particolare sui temi della ricerca e sviluppo, dei costi dell’energia elettrica e, più in generale, della competitività del Sistema Paese.”

Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus, mette in risalto che siamo molto indietro rispetto agli altri Paesi europei, ed è molto polemica nei confronti del “tono” con cui il Ministero ha rilasciato la notizia della svolta positiva del mercato. Il commento in presa diretta di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Prima che qualcuno ci voglia ‘vendere’ questo dato in termini positivi, della serie ‘è iniziata la ripresa’, è meglio spiegare subito che così non è. Mettiamoci il cuore in pace. Il nostro ecosistema automotive, cartina di tornasole dell’intera economia, composto da migliaia di aziende e milioni di lavoratori, sta in piedi solo con un mercato intorno ai 2.000.000 di pezzi. Volume congruo con il parco circolante di 35.000.000 circa, e con l’esigenza di un rinnovo volto a una maggior sicurezza e a una diminuzione dell’inquinamento, oltreché all’abbattimento dei costi di esercizio.”

Quel +3% quindi, va visto come un segno di speranza, di incoraggiamento, senza dimenticare lo stato attuale generale che è fortemente negativo, e con la consapevolezza che servono interventi che rilancino i consumi e l’economia.

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