Allarme carrelli elevatori, per circolare su strada devono essere omologati

A lanciare l’allarme è AISEM, l’Associazione Italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione, federata ANIMA, che spiega come un cavillo burocratico rischia di mettere in difficoltà migliaia di imprese. Dallo scorso giugno infatti non è più permessa la circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori. Questi strumenti di lavoro devono perciò essere immatricolati e considerati macchine operatrici ai sensi del codice della strada, mentre, fino all’emanazione di tale circolare, i carrelli, anche non immatricolati, potevano effettuare su strada spostamenti brevi e saltuari, purché dotati di apposita autorizzazione annuale alla circolazione.

AISEM è intervenuta prontamente segnalando al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i pesanti disagi che la decisione presa porta alle aziende, già messe in difficoltà dall’attuale congiuntura economica. Tale blocco pregiudica pesantemente l’attività delle aziende che, in virtù della propria organizzazione logistica, utilizzano questa pratica, poiché toglie la possibilità della circolazione saltuaria, senza fornire una ragionevole alternativa.

Secondo il codice della strada, infatti, l’immatricolazione del carrello come macchina operatrice, determina che lo stesso, possa circolare solo senza carico, rendendolo dunque inutilizzabile per tutte quelle operazioni per la quale era stata pensata la disciplina della circolazione saltuaria.

“La maggior parte del tessuto produttivo italiano si è sviluppato nel tempo costruendo un capannone a fianco all’altro, spesso lungo una strada o dall’altra parte della stessa oppure in aree un tempo industriali ma oggi inglobate all’interno di aree cittadine – afferma Pietro Almici, Presidente AISEM – Pensate ai supermercati delle nostre città che spesso non hanno un cortile interno ma effettuano il carico e scarico direttamente dalla strada oppure i tanti laboratori, magazzini e officine presenti in una stessa area industriale ma divise l’un l’altra da poche decine di metri di asfalto. Nessuno potrà più effettuare le operazioni di trasferimento e carico/scarico con i carrelli ma dovrà dotarsi di un mezzo di trasporto dedicato per spostarsi anche solo di 6 metri! La larghezza di una carreggiata stradale” – conclude Almici – “Anche di burocrazia si può morire se non troviamo in fretta una disciplina transitoria”.

L’Associazione AISEM/ANIMA di Confindustria ha segnalato già nello scorso giugno al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che la decisione avrebbe messo le aziende utilizzatrici nelle condizioni di non sapere come poter continuare a operare secondo le proprie necessità produttive, con il concreto rischio che le stesse possano continuare a farlo nell’illegalità. Il costruttore di tali mezzi, che AISEM rappresenta, si trova nella condizione di non poter fornire soluzioni alternative ai molti clienti che le richiedono. “Purtroppo siamo ancora in attesa di risposte e di indicazioni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, – dice l’Associazione – al quale rinnoviamo la nostra piena disponibilità per trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti utilizzatori, produttori e Motorizzazione salvaguardando sempre la massima sicurezza degli operatori industriali e della circolazione su strada.”

 

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