Federauto: volete i nostri voti? Diteci cosa farete per noi

Il mercato automobilistico italiano precipita anche in questo avvio del 2013. I dati che emergono dall’Osservatorio Federauto segnano infatti un -25% circa (rispetto agli stessi giorni lavorativi del gennaio 2012). Si tratta di un dato drammatico, che potrebbe essere parzialmente corretto entro fine mese. Tutti gli operatori del settore sono attoniti perché sembrava impossibile peggiorare il 2012 che, con 1.400.000 pezzi circa, si è aggiudicato il titolo di anno horribilis degli ultimi decenni. Questo soprattutto grazie ai provvedimenti del Governo uscente che ha utilizzato auto, automobilisti, costruttori e concessionari, come pecore da tosare senza pensare ai danni prodotti. Basti pensare all’aumento di tutte le tasse, dal bollo, all’Iva, all’IPT, al varo del superbollo per le auto prestazionali, alla penalizzazione sull’acquisto delle auto aziendali (mentre in Europa sono detraibili e deducibili al 100%).

"Stiamo peggiorando i dati 2012, che ci hanno collocato all’ultimo posto in Europa. E’ evidente che questa situazione è il frutto delle scelte sbagliate di chi ci ha governato. Siamo all’allarme rosso e dobbiamo segnalare che storicamente il periodo pre-elettorale ha sempre frenato gli acquisti di autoveicoli. Nondimeno la misura del calo è inquietante. Anche perché il primo danneggiato è lo Stato che nel 2012 ha introitato 3 miliardi di imposte in meno dal nostro comparto. Senza contare i milioni di euro spesi in ammortizzatori sociali. D’altro canto è da mesi che, pur non essendo professori universitari, spieghiamo che colpire i consumi interni, in un Paese dove incidono circa  per l’80% del PIL, uccide la nostra economia. E’ di ieri la notizia che in Italia chiudono 1.000 aziende al giorno e con le aziende dilapidiamo centinaia di migliaia di posti di lavoro. E’ la strage degli innocenti". Lo ha dichiarato il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che lancia un grido di allarme rivolto a tutto il mondo politico che sta duellando alla ricerca di consensi elettorali.

"Se il nuovo Governo non interverrà appena eletto – ha spiegato il presidente dell’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, camion e autobus – si va verso una repentina implosione del sistema di distribuzione e riparazione degli autoveicoli in Italia, con un danno sociale, ambientale ed economico incalcolabile. Per questo, visto che dal Governo non abbiamo mai ricevuto un segnale positivo, i partiti dichiarino adesso cosa intendono fare, se eletti, per un comparto che dà, o forse dava, lavoro a 1,2mln di persone, con un’incidenza sul Pil dell’11,6%".

"Questo calo è assurdo", conclude Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault. "Perché mai come adesso è conveniente acquistare un’auto, un veicolo commerciale o industriale, di qualsiasi marca. La concorrenza è feroce e i consumatori, acquistando ora, potrebbero concludere un affare irripetibile".

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