Continua il braccio di ferro fra Tronchetti e Malacalza

E’ in corso una battaglia ai piani alti per il controllo di Pirelli. Ne parlano da mesi tutti i giornali e nelle ultime settimane si sono affacciate nuove ipotesi. La notizia preoccupa e interessa il mondo industriale internazionale e anche il Financial Times dedica un approfondimento al tema, spiegando che Marco Tronchetti Provera, presidente e amministratore delegato di Pirelli, ha invitato due gruppi di private equity ad acquisire quote azionarie significative della società, in quello che viene descritto come "un tentativo di accorciare la catena di comando del gruppo."

La divergenza di opinioni fra Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza è iniziata nel mese di agosto, in relazione alle decisioni da assumere per il rifinanziamento del debito di Camfin entro la fine dell’anno.

Il Gruppo Malacalza, grazie alle partecipazioni azionarie in Camfin (primo azionista di Pirelli con il 26,2%) e in GPI (azionista a sua volta di Camfin), risulta essere il secondo maggiore azionista di Pirelli. Secondo il FT la controversia è ulteriormente complicata dalla posizione di Camfin in una catena complessa di proprietà che permette di fatto che “tre società controllino il quinto produttore mondiale di pneumatici, con quote azionarie relativamente piccole.” Si tratta di MTP Sapa, Gruppo Partecipazioni Industriali (GPI) e Camfin.

Marco Tronchetti Provera, che è proprietario di MTP Sapa, detiene anche il 57,5% di GPI, la holding che controlla Camfin, che possiede il 26% di Pirelli. Malacalza investimenti, ha invece il 31% di GPI e il 12% di Camfin. Un vero e proprio duello.

L’ultima pedina è stata mossa questa settimana da MTP Sapa, la holding di Marco Tronchetti Provera, che ha avviato in esclusiva delle trattative – che dureranno fino al 15 dicembre – con i due fondi di investimento: Investindustrial e Clessidra. L’obiettivo è appunto accorciare la catena di controllo di Pirelli, le cosiddette scatole cinesi, con una holding a monte del gruppo.

La risposta di Malacalza è chiara: “Il problema è uno solo: se fare debito per ripagare il debito oppure fare un aumento di capitale. Io ho sempre fatto l’aumento di capitale e ho sempre preso i soldi dalle mie tasche”.

Restano nel frattempo in scadenza gli oltre 40 milioni di euro che GPI deve rimborsare alle banche entro la fine del mese.

La struttura dell’azionariato Pirelli al 30 giugno 2012:

Flottante                     48,6%

Patto di sindacato    45,5%

Camfin                         5,9%

Il patto di sindacato:

CAMFIN S.p.A.    

20.32%

Mediobanca S.p.A.

4.61%

Edizione S.r.l.

4.61%

Fondiaria SAI S.p.A.

4.42%

Allianz S.p.A

4.41%

Assicurazioni Generali S.p.A.

4.41%

Intesa SanPaolo S.p.A.

1.62%

SINPAR S.p.A

0.63%

Massimo Moratti

0.49%

 

Il flottante:

INVESTITORI ISTITUZIONALI

36.9%

    •UK

6.3%

    •Italia

1.0%

    •Europa Continentale

5.2%

    •US & Canada

12.4%

    •Paesi Nordici

9.3%

    •Resto del Mondo

2.7%

•RETAIL

11.0%

•ALTRI AZIONISTI

0.7%

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