Unrae prevede per il 2012 un mercato italiano da 1.680.000 auto (-4%)

“Riteniamo che l’intero settore dell’automotive possa contribuire in modo significativo al rilancio dell’economia del nostro Paese. Il Governo Monti ha dovuto prendere drastiche misure imposte dall’allarmante quadro economico-finanziario europeo. Ora attendiamo le azioni necessarie in favore del rilancio dell’economia italiana, consapevoli che esse dovranno tenere conto anche di un comparto che dà lavoro a 1.200.000 persone, che contribuisce al gettito fiscale nella misura del 16,6%, che vale l’11,4% del Pil. Non possiamo immaginare che un settore di questa rilevanza economica e sociale rimanga fuori da un progetto destinato a restituire al nostro Paese la posizione che gli spetta fra i maggiori protagonisti dell’Europa Unita”. Il Presidente dell’UNRAE, Jacques Bousquet, ha così sintetizzato le preoccupazioni e le attese del mondo dell’automobile, nel corso del suo intervento in occasione della tradizionale Conferenza Stampa che l’UNRAE, l’Associazione che rappresenta le Case estere in Italia, ha indetto come ogni anno a Milano.

Il Presidente Bousquet ha aperto l’incontro tracciando un quadro di largo respiro dell’automobile, mettendo in evidenza le diverse velocità di sviluppo dei grandi mercati, con quelli più consolidati in difficoltà e con gli emergenti in forte crescita, affermando che a livello mondiale le vendite chiuderanno il biennio 2012-2013 con circa 84,9 milioni di autoveicoli venduti ed un incremento del 18% rispetto ai 72,2 registrati a fine 2010.

Passando, poi, ad analizzare i dati italiani, il quadro di riferimento indica un Pil in contrazione dello 0,6% il prossimo anno e un parallelo calo dello 0,8% dei consumi delle famiglie, conseguenza delle manovre estive, della più recente manovra “Salva Italia” e delle ulteriori strette fiscali in divenire che di certo non sono portatrici di positività sul fronte dei consumi. Solo due esempi che possono rendere meglio l’idea di quanto sia aumentata la pressione sulle famiglie: fra il 1990 e il 2010, la spesa degli italiani per l’acquisto di carburanti è cresciuta del 96,3%, così come la spesa per l’assicurazione RCAuto è aumentata, nello stesso periodo del 149,1%, rispetto ad un andamento dei prezzi al consumo in crescita del 72%.

“Se il Governo non dovesse dedicare al settore dell’automotive l’attenzione che si merita – ha spiegato Bousquet – si produrrebbero certamente ripercussioni negative sul mercato, che il nostro Centro Studi ha provveduto a stimare. Per il 2012 si prevedono 1.680.000 immatricolazioni di auto (in calo del 4% sulle 1.750.000 attese a fine 2011) e 160.000 di veicoli commerciali (-5,9%), ed anche per il 2013 le indicazioni tracciano uno scenario quasi piatto, con 1.720.000 auto e 180.000 commerciali. Come riferimento, ricordiamo che nel 2008 furono immatricolate 2.162.000 auto e 223.000 veicoli commerciali. Con un mercato decisamente depresso, dal 2008 al 2013 le Reti dei Concessionari delle Case potranno perdere anche il 30% delle loro strutture di vendita”.

Guardando al 2012, l’UNRAE riconosce che l’ingresso nel nuovo anno con un bassissimo portafoglio di ordini e la tendenza, per ora irreversibile, verso una sempre più bassa quota di vendite a privati, e quindi alle famiglie (66,4% sul totale), non possono che produrre una previsione per l’intero anno non superiore alle 1.680.000 immatricolazioni. Secondo il Centro Studi UNRAE, nel 2012 ai privati andranno il 66% delle immatricolazioni, il 16% al noleggio e il 18% alle società, con una ulteriore crescita al 56% delle motorizzazioni diesel, con il 38% per quelle a benzina e con il restante 6% suddiviso fra le altre tipologie (GPL, metano, ibride, elettriche).

Per le auto aziendali in Italia l’Europa è ancora molto lontana: mentre si fanno continui appelli alle regole europee e alla necessità di rispettarle, accade che nel settore delle auto aziendali il trattamento fiscale per questo mercato sia molto distante dalla media europea sia per la deducibilità (illimitata in Germania e in

Spagna), sia per la quota ammortizzabile, che in Italia è del 40% contro il 100% degli altri grandi mercati europei, sia per il “tetto” ammortizzabile, che è di 7.200 euro contro i più di 18.000 di Francia e Gran Bretagna e l’assenza di limiti per Germania e Spagna. Anche per la detraibilità dell’IVA l’Italia è ferma al 40% contro il 100% degli altri grandi Paesi. E’, quindi, evidente quanto il trattamento fiscale per le auto aziendali in Italia sia assai più gravoso, collocando di fatto in posizione negativa l’Italia anche sul piano della competitività delle nostre Aziende. Lo confermano le quote delle vendite di questa tipologia di auto (dato 2010): Francia 36%, Spagna 40%, Gran Bretagna 53%, Germania 57%, contro il modesto 28% del nostro Paese.

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