La lunga battaglia di Federpneus contro l’evasione fiscale

La manovra di Ferragosto del Governo ha messo nel mirino l’evasione fiscale. Obiettivo che Federpneus condivide, anche se, tiene a specificare, non sempre il senso di responsabilità degli operatori è corrisposto da una pronta risposta da parte delle autorità finanziarie. Difficoltà di carattere burocratico rendono infatti difficile anche l’adozione di provvedimenti che sembrerebbero di facilissima introduzione. Un caso emblematico è quello dei pneumatici. Federpneus, l’Associazione Italiana dei Rivenditori Specialisti di Pneumatici, ha segnalato ripetutamente al Ministero dell’Economia (l’ultima volta con lettera ufficiale del 4 ottobre 2010) che sul mercato vi sono pneumatici offerti con prezzi largamente inferiori a quelli normalmente praticati tanto da far sospettare l’evasione dell’Iva. Il secondo comma dell’articolo 60-bis del DPR 633/1972 (che disciplina l’Iva) riguarda proprio casi di evasione come quello segnalato da Federpneus in quanto stabilisce che, qualora vi sia il mancato versamento dell’imposta da parte del venditore relativa a vendite effettuate a prezzi inferiori a quelli normali, il compratore è obbligato solidalmente a pagare l’Iva insieme al venditore. Questa norma è un efficace deterrente. Non si applica però a tutti i prodotti, ma soltanto a quelli indicati in un apposito decreto ministeriale, che riguarda gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi, ma non i pneumatici. Federpneus ha chiesto quindi che si includano, con un apposito provvedimento normativo, anche i pneumatici tra i beni a cui si applica la norma. Alla segnalazione e alla proposta di Federpneus il Ministero ha tuttavia risposto il 3 dicembre scorso precisando che “l’accoglimento di tale proposta è rimesso a valutazioni di carattere politico” e che comunque “per attuare tale misura antifrode è necessario, da parte della competente Agenzia delle Entrate, una preliminare verifica sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi nel settore delle cessioni dei pneumatici che giustifichi il richiesto intervento normativo”.

Trascorsi ormai quasi undici mesi dalla risposta del Ministero, non solo non è stato adottato alcun provvedimento, ma non risulta neppure che l’Agenzia delle Entrate abbia compiuto la verifica di cui sopra. D’altra parte, sottolinea Federpneus, anche le valutazioni di carattere politico relative all’accoglimento della proposta non possono che essere positive e Federpneus sollecita quindi, ancora una volta, l’adozione di misure antievasione dell’Iva nel commercio dei pneumatici. “E ciò, oltre che per senso civico, – afferma l’associazione – anche perché i suoi associati, che sono operatori onesti e pagano fino in fondo le imposte, subiscono la concorrenza sleale di operatori che grazie all’evasione, non solo danneggiano l’Erario, ma fanno concorrenza sleale a chi opera correttamente”.

© riproduzione riservata
made by nodopiano