Lettera aperta dell’Automotive contro l’aumento dell’IPT

In una nota congiunta, tutte le Associazioni della Filiera Automotive ANFIA, ANIASA, ASSILEA, FEDERAUTO, UNASCA e UNRAE, richiamano l’attenzione sulla lettera aperta che appare oggi, in forma di avviso a pagamento, sulle pagine dei quotidiani “Corriere della Sera” e “La Repubblica”.

Si tratta di un “appello al buon senso”, dicono le associazioni, indirizzato ai membri della Camera dei Deputati, chiamati alla discussione per la conversione in legge del decreto varato dal Governo contro la crisi e contenente, fra le altre disposizioni, l’aumento della IPT. E’ una misura che – come esemplificato nella “lettera” – colpisce duramente gli automobilisti, sia per l’acquisto di autoveicoli nuovi che per l’usato, con un raddoppio della Imposta Provinciale di Trascrizione anche per vetture di larghissima diffusione.

Tra l’altro, questo nuovo regime di tassazione andrà ad interessare solo i residenti delle regioni a Statuto ordinario, con un’inaccettabile disparità di trattamento – quindi – rispetto ai residenti in Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Province di Trento e Bolzano.

Le Associazioni della Filiera Automotive sono coscienti delle difficoltà congiunturali del Paese, ma alzano la guardia rispetto a scelte politiche che vedono gli autoveicoli sempre e solamente come “base imponibile” e quasi mai come elemento di sviluppo.

Di seguito il testo integrale della lettera:

MANOVRA CORRETTIVA E IPT,
UN APPELLO AL BUON SENSO.

Onorevoli Deputati,

l’inasprimento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione previsto dalla manovra correttiva (art. 1, comma 12) approvata dal Senato che Voi siete chiamati a votare in settimana, è un duro colpo per l’intera filiera automotive, già pesantemente colpita da numerose disposizioni di discutibile equità.

Non solo, questo provvedimento insiste nel penalizzare gli automobilisti italiani, già vessati da incrementi fiscali che non hanno eguali in Europa – accise sui carburanti, imposta sull’RCAuto, superbollo – introducendo una pericolosa disparità di trattamento tra i cittadini. Questa misura, infatti, sarà applicata solo per i residenti delle regioni a Statuto Ordinario e – per come è scritta – colpirà anche gli acquisti di veicoli conclusi prima dell’entrata in vigore della norma. 

L’incremento di imposta proposto dalla manovra equivale, nei fatti, ad un raddoppio della tassazione sui veicoli nuovi e usati: a Milano, per esempio, un’auto da 77 kW che ora paga 181 euro di IPT arriverà a pagarne 352. Una tegola per chi acquista un’auto nuova, che diventa un macigno per chi ne acquista una usata.

E tutto questo a vantaggio delle Province, enti territoriali che il Governo si è impegnato a sopprimere entro la fine della legislatura.

Onorevoli Deputati,

continueremo ogni giorno a fornire il nostro contributo al sistema Paese, in termini occupazionali, economici e finanziari.

Viviamo tuttavia un momento congiunturale difficilissimo e questo ulteriore inasprimento fiscale rischia di mettere in ginocchio l’economia di tutto il settore e del suo indotto.

Vi invitiamo a riflettere e a valutare in una nuova prospettiva questa norma, controversa nei termini e pericolosa negli effetti, considerando che potrebbe essere addirittura deleteria per le casse dell’Erario: un’IPT raddoppiata deprimerà il mercato dell’auto, riducendo ancora di più le entrate IVA.

Siamo pronti a sostenere con tutto il nostro impegno le iniziative destinate a far ripartire il Paese, ma ci attendiamo da parte Vostra un impegno altrettanto grande nell’individuazione di percorsi equi, lungimiranti e condivisibili.

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