Nuovo picco del prezzo della gomma: 5,7 dollari al chilo

Se nel 2010 il costo della gomma è raddoppiato, nelle prime settimane di gennaio è già aumentato del 15%, toccando il nuovo massimo storico di 5,7 dollari al chilo. L’accelerazione della domanda di pneumatici nei paesi in rapido sviluppo, come la Cina e l’India, è stato un fattore determinante e le condizioni climatiche nelle principali nazioni che producono gomma naturale, Tailandia e Indonesia, potrebbero adesso causare, secondo le analisi effettuate dall’Association of Natural Rubber Producing Countries, una diminuzione della produzione, con conseguente carenza di materia prima e ulteriore aumento dei prezzi.

Il Bangkok Post afferma che, mentre da un lato la domanda mondiale di gomma naturale è cresciuta nel 2010 del 6,3%, un incremento che ne ha reso inevitabile il continuo aumento di costo, dall’altro “un inverno lungo e inaspettatamente piovoso” in Tailandia, accoppiato a un calo del raccolto in Indonesia a causa di “piogge insolite”, non renderà possibile aumentare la produzione nel 2011.

Una prevista riduzione di 815.000 ettari di piantagioni nel sud della Tailandia ridurrà ulteriormente la capacità produttiva di quest’anno, anche se a partire dal 2012 diventeranno produttivi 870.000 ettari di piantagioni nel nord del paese, invertendo finalmente la tendenza.

Secondo gli analisti quindi la produzione del 2011 equivarrà a quella dell’anno precedente, ma solo grazie all’aumento della produttività di altre nazioni. Brutte notizie anche per la gomma sintetica: anche lei, secondo il rapporto dell’International Rubber Study Group, potrebbe registrare una riduzione della produzione. Il segretario generale del Gruppo, Stephen Evans, avrebbe infatti dichiarato che “la produzione di gomma sintetica in India è ormai praticamente inesistente, a differenza della Cina, che ha invece investito strategicamente per aumentare la capacità”.

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