Il mercato a due facce delle macchine agricole

La crisi economica penalizza le vendite di macchine agricole sui mercati occidentali, mentre nei Paesi emergenti la domanda cresce in modo incessante. Lo scenario della meccanizzazione, tracciato a Bologna dal Presidente dell’Unacoma Massimo Goldoni nella conferenza di apertura di EIMA International, vede una stagnazione sul mercato USA, che non recupera dopo il forte calo registrato nel 2009 e una sensibile riduzione delle vendite, nei primi nove mesi dell’anno, in tutti i principali Paesi europei (trattrici a -28,7% Francia, -11,7% in Germania, -12,6% nel Regno Unito). In termini di unità, il mercato USA dovrebbe attestarsi a fine anno sulle 155 mila trattrici, in linea con il 2009 e in forte flessione rispetto alle quasi 200 mila immatricolate nel 2008 prima che la crisi economica facesse sentire pesantemente i suoi effetti. Il mercato europeo viaggia verso un consuntivo d’anno intorno alle 140 mila trattrici complessive, un risultato che conferma un trend nettamente calante, dopo le 160 mila unità registrate nel 2009 e le 186 mila del 2008.

In Italia, le immatricolazioni relative ai primi dieci mesi dell’anno indicano un calo del 14,5% per le trattrici, del 13,6% per le mietitrebbiatrici, dell’8,7% per le motoagricole. Le previsioni di Unacoma-Nomisma indicano a fine anno un assorbimento totale non superiore alle 24 mila trattrici, mentre per le macchine operatrici e le attrezzature si prevede un consuntivo sugli stessi livelli, comunque bassi, del 2009.

Completamente diversa la situazione sui mercati di India, Cina e Brasile che marciano a ritmi da record e che non sembrano risentire della congiuntura economica negativa. Il mercato indiano si è affermato come il primo del mondo, con un numero di oltre 400 mila trattrici nel 2009 e una crescita negli ultimi tre anni del 30%; il mercato cinese si stima abbia chiuso il 2009 a quota 300 mila macchine, con una crescita negli ultimi tre anni pari al 50%, mentre il Brasile, che nel 2009 ha raggiunto le 45 mila unità immatricolate, sta registrando nel corso del 2010 incrementi di oltre il 40%, avviandosi a superare quota 60 mila.

“La nuova geografia dei mercati rappresenta una sfida per l’industria italiana – ha commentato Massimo Goldoni – che per mantenere il proprio ruolo d’eccellenza nel settore delle meccanizzazione agricola deve intensificare le proprie strategie di accesso ai nuovi mercati, cercando di interpretare le esigenze specifiche delle diverse agricolture e di sviluppare forme di cooperazione e partnership con le industrie costruttrici dei Paesi emergenti”.

Il trend emerso dalla conferenza di Bologna porta dunque a considerare con sempre maggiore interesse i nuovi sbocchi, ridimensionando le aspettative in ambito europeo e soprattutto nazionale. Sul mercato italiano pesa la crisi del comparto agricolo, che vede una calo della redditività, e soprattutto una riduzione costante del numero di aziende, che nel periodo 2003-2007 sono calate del 14,5% e che continuano le dismissioni (nel solo anno 2009 si registra la fuoriuscita di ulteriori 50 mila aziende agricole). “Per le aziende agricole che riescono a mantenersi attive e competitive sul mercato – ha sostenuto Goldoni – la meccanizzazione assume un ruolo sempre più importante perché consente l’efficienza produttiva e la qualità delle produzioni”. “Ad una riduzione della meccanizzazione in termini di volumi – ha concluso il presidente dei costruttori – deve corrispondere una crescita del livello tecnologico del parco macchine, e a questo fine occorre intensificare le politiche di sostegno al rinnovo del parco, in un’ottica che vada oltre gli incentivi e i piani regionali di sviluppo agricolo e che comprenda nuovi strumenti collegati in modo organico alle politiche per l’ambiente e la sicurezza”.

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