Alla Puglia la maglia nera delle discariche abusive

Le regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), sono quelle più colpite dalla presenza di siti illegali: qui si concentra più del 63% delle discariche abusive, per una superficie complessiva pari al 70,4% di quella sequestrata in tutta Italia dalle Forze dell’ordine. Sono i dati segnalati dal dossier “Copertone selvaggio” realizzato da Legambiente ed Ecopneus e che “ha il merito di aver sistematizzato un insieme di informazioni e dati raccolti a partire dai contesti territoriali”, dando loro “una realtà di dimensioni ed interesse nazionale, in cui il nuovo decreto potrà incidere efficacemente per una decisa inversione di rotta” ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus.

La prima regione per numero di discariche sequestrate, contenenti pneumatici fuori uso (PFU), è la Puglia, con 230 siti, quasi il 22% del totale nazionale. Un primato riconducibile sia ad una diffusa illegalità nel settore – dovuta anche alla non piena efficienza dell’intera filiera di raccolta e recupero di PFU (scarsi sbocchi economici per i prodotti trattati) – sia all’intensa ed efficace attività d’indagine svolta dalle Forze dell’ordine (coordinate dal 2007 in una task-force ambientale sostenuta dall’Amministrazione regionale), che consente di raggiungere importanti risultati operativi, con numerosi sequestri e denunce.

Al secondo posto della classifica per regioni si colloca la Calabria con 159 siti illegali, seguita dalla Sicilia (con 141 discariche), e dalla Campania, con 131. Tra le regioni del centro, il Lazio è la più colpita con 77 siti illegali, per un’estensione che supera i 75 mila metri quadrati. Al primo posto tra le regioni del nord figura il Piemonte, con 37 discariche sequestrate, per un’estensione pari a 177.950 metri quadrati. Aree che provocano un degrado paesaggistico e rappresentano un grave rischio per ambiente in caso di incendio.

L’Unione Europea ha vietato lo smaltimento in discarica di pneumatici interi nel 2003 e di quelli frantumati nel 2006. Dal 2010 anche in Italia è illegale smaltire in discarica i PFU, da qui una proliferazione del fenomeno di abbandono illegale.

Fino a oggi l’assenza di un sistema integrato di gestione a livello nazionale ha generato una situazione caratterizzata da alcune criticità: dal mancato controllo sui flussi globali di questo materiale attraverso tutti i passaggi della filiera, situazione che non permette oggi di avere una chiara visione complessiva di questa realtà all’insufficiente utilizzo dei PFU e dei suoi derivati, fino all’assenza di una ottimizzazione tra le varie componenti del sistema (raccolta, trasporto, recupero e impiego).

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