SOS Federauto: vendite di ottobre a -29%

La Federazione italiana concessionari auto stima un crollo delle vendite in ottobre del 29%, con tutte le ripercussioni del caso sul milione di persone, tra costruttori, concessionari e indotto, che in Italia lavorano nel settore.  Se poi si considerano le stime del gruppo Fiat, inteso come Fiat, Alfa Romeo e Lancia, il calo è ancora più preoccupante e arriva a -39,5% circa, mentre i marchi esteri complessivamente contengono le perdite attestandosi a -22,9%. «Un paio di giorni fa avevamo presunto che il calo del mercato di ottobre si sarebbe attestato tra il -20 e il -25%. Gli indicatori a nostra disposizioni prospettavano una situazione ancora più critica, ma non è difficile immaginare le forzature delle Case l’ultimo giorno, come le chilometri zero o le vendite ai noleggi: per questo eravamo stati cauti” spiega Filippo Pavan Bernacchi, da gennaio presidente della Federauto. “E invece la realtà, quasi nuda e cruda perché abbiamo registrato poche forzature, fa rilevare un -29% circa». L’auto – ricorda l’associazione – fattura complessivamente il 20% del Pil e non si può pensare di rilanciare l’economia senza affrontare con decisione e immediatezza la crisi del comparto. «Purtroppo quando si parla di auto ci si riferisce soltanto al comparto industriale, e spesso in questo errore incappano anche i manager della case, trascurando una parte fondamentale che è la distribuzione in generale e i concessionari d’auto in particolare” sottolinea Pavan Bernacchi. “Abbiamo chiesto già il 5 ottobre scorso un incontro urgente al neo ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani: ma la nostra voce resta per ora inascoltata». Eppure, secondo Pavan Bernacchi, «affrontando i temi dello svecchiamento del parco circolante, che si tradurrebbe in auto più sicure, minori morti o invalidità permanenti utilizzando auto con ABS, ESP, Airbag, scocche a deformazione programmata e in auto meno inquinanti grazie ad alimentazioni quali Gpl e metano o vetture a basse emissioni di CO2, otterremmo di rispettare l’obiettivo europeo in materia e di disporre di un ambiente più sano. E rivedendo la fiscalità delle auto aziendali si potrebbero aiutare anche le aziende a svecchiare i parchi oramai cristallizzati. Questo – conclude – anche a costo zero per lo Stato».

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