Tuning libera tutti, si parte dai freni per arrivare alle ruote

Via libera, o quasi, per gli appassionati di modifiche all’auto o alla motocicletta. Dal 24 settembre sono entrati in vigore i decreti n.148 (per le auto) e n.147 (per le moto) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che regolamentano le  modifiche al "sistema dischi freno". Un successo per tutto il settore aftermarket dell’automotive e l’inizio dello sdoganamento del tuning in Italia. Quelli relativi ai freni dovrebbero infatti essere i primi di una serie di decreti attuativi a cui rimanda l’articolo 75 del nuovo codice della strada, che permette di modificare le vetture senza richiedere il nulla osta della casa automobilistica, purché venga montato un prodotto omologato dal costruttore. In pratica l’utente finale potrà richiedere l’aggiornamento del libretto alla motorizzazione, semplicemente presentando la dichiarazione rilasciata dall’installatore.

I freni sono il primo passo, a cui produttori e appassionati si augurano seguiranno presto altri prodotti aftermarket come le sospensioni e le ruote. L’Italia è infatti indietro anni luce rispetto a paesi come la Germania, la Svizzera o gli Stati uniti, dove esiste un vero e proprio mercato dell’elaborazione e, in Germania, addirittura un ente di certificazione preposto.

Soddisfazione esprime anche Assoruote, l’associazione presieduta da Corrado Bergagna, che si sta impegnando da tempo perché venga emanato un analogo provvedimento ministeriale per le ruote. Assoruote, attraverso le aziende aderenti, rappresenta una forza lavoro di quasi 2700 addetti. Una realtà importante, che potrebbe ulteriormente svilupparsi. Assoruote stima infatti che, con la liberalizzazione delle modifiche all’auto, la quantità di trasformazioni che riguardano il prodotto ruota potrebbe significatamene crescere, portando benefici in termini di ricchezza, occupazione e sviluppo tecnologico e favorendo l’export, una fetta rilevante del business di alcune aziende aderenti.

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