Bonora sul blog Fuorigiri: “Incentivi e il rovescio della medaglia”

Bonora, seconda puntata: dopo l’esortazione di fine agosto “Mondo dell’auto, datti una mossa!”, il giornalista, titolare del blog Fuorigiri de Il Giornale, invita ora il settore dell’auto ad imparare dalla Cina. La Cina è il mercato dove si vendono più auto al mondo (13,6 milioni l’anno scorso), ma l’impressionante lievitazione della domanda (+55,7% immatricolazioni in agosto) anziché accenderne l’entusiasmo, ha messo in allarme il governo di Pechino.  Il pericolo ravvisato dal governo è che l’euforia  del mercato e gli aiuti fiscali ai produttori, porteranno inevitabilmente e in tempi brevi alla sovra-capacità produttiva del paese. E questo è proprio  il punto in cui si trova già l’Europa, afferma Bonora, citando Marchionne, con una capacità produttiva superiore di circa 30 milioni di auto all’anno rispetto alla domanda.

Ecco perché Pierluigi Bonora sostiene che “gli incentivi, come sono stati proposti finora per rivitalizzare il settore dell’auto, siano alla lunga dannosi. Creano dipendenza, addormentano le aziende, non stimolano la creatività da parte dei manager e hanno un effetto positivo limitato nel tempo. Ed è proprio il surriscaldamento del mercato causato da un boom della domanda «a tempo» a provocare sconquassi. In Italia e negli altri importanti mercati «drogati» dai bonus, il risultato del «dopo» è l’inevitabile crollo verticale delle vendite, quello che in pratica sta accadendo. “

Quello che Bonora auspica è “una strategia precisa e non più «a spot», che preveda interventi ragionati (che non rischino di sbilanciare pericolosamente il rapporto domanda/offerta in proporzione al tipo di mercato) e strutturali, che oltre a svecchiare il parco auto, sproni la produzione (e l’acquisto) di veicoli con motorizzazioni virtuose. Insomma, l’incentivo mordi-e-fuggi fa parte del passato. Se proprio se ne dovranno predisporre altri, è necessario tenere conto della lezione cinese e di quanto sta accadendo in Europa. Nel frattempo, i manager delle case automobilistiche facciano vedere di che pasta sono fatti.”

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